La Finanza scopre 41 attività fantasma: usavano il metodo ‘apri e chiudi’

Sventato il rischio che le partite Iva dormienti fossero utilizzate per la emissione di fatture false

Controlli della Guardia di Finanza, foto generica

Controlli della Guardia di Finanza, foto generica

Pesaro 4 aprile 2024 – Il comando provinciale della Guardia di finanza ha individuato nei primi tre mesi del 2024,  almeno 41 attività economiche per le quali è stata avanzata all’Agenzia delle Entrate – Direzione Provinciale di Pesaro e Urbino la richiesta di chiusura delle relative partite Iva, in quanto non attive.

L’attenzione dei Finanzieri di Pesaro è stata principalmente rivolta al settore del tessile/abbigliamento al fine di tutelare gli operatori economici operanti nell’omonimo distretto industriale da fenomeni illeciti posti in essere con il sistema fraudolento del cosiddetto “apri e chiudi”. Gli approfondimenti sono stati eseguiti dalle Fiamme Gialle della Provincia di Pesaro e Urbino che, con l’esecuzione di specifici interventi di natura fiscale nonché attraverso accertamenti di polizia economico-finanziaria (sopralluoghi presso le sedi legali ed i luoghi di esercizio dichiarati, incrocio delle informazioni contenute nelle banche dati in uso al Corpo e la fatturazione elettronica), hanno individuato una serie di partite IVA riconducibili a imprese “inattive” o “dormienti”

Pertanto, all’esito degli accertamenti svolti, essendo stata constatata l’inesistenza di qualsiasi attività economica nelle ultime annualità e in alcuni casi anche l’irreperibilità del titolare dell’attività economica, sono state avanzate apposite istanze all’Agenzia delle Entrate al fine di avviare la procedura d’ufficio di chiusura delle partite IVA a rischio.

Un’indagine che è  finalizzata a scongiurare il potenziale utilizzo di partite IVA “inattive” per finalità illecite, quali l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, il trasferimento di proventi all’estero e/o il mancato pagamenti di imposte e contributi.