ANDREA ANGELINI
Cronaca

Il modulo spaziale Underlab rivive. Ora è un centro per ornitologi

La “casa“ usata negli anni ’90 da Maurizio Montalbini per simulare l’assenza del tempo è un gioiello. Nel tempo fu prima abbandonata a Frasassi, poi sfruttata come magazzino. Massimo Rossi l’ha restaurata.

La “casa“ usata negli anni ’90 da Maurizio Montalbini per simulare l’assenza del tempo è un gioiello. Nel tempo fu prima abbandonata a Frasassi, poi sfruttata come magazzino. Massimo Rossi l’ha restaurata.

La “casa“ usata negli anni ’90 da Maurizio Montalbini per simulare l’assenza del tempo è un gioiello. Nel tempo fu prima abbandonata a Frasassi, poi sfruttata come magazzino. Massimo Rossi l’ha restaurata.

Venticinque metri quadrati custoditi in una struttura di acciaio inox a cupola: sembra impossibile che un modulo scientifico messo a punto dalle principali università italiane con i suggerimenti arrivati anche dalla Nasa e dall’ex Urss torni fuori dalle viscere della terra, a cui era destinata, dopo più di 30 anni. Niente però è impossibile se si mette in conto la passione e la "lucida follia" di Massimo Rossi, presidente dell’Associazione Parco di Piobbico che si occupa di ornitologia ed animali. Così sotto il Monte Nerone, all’esterno della sede della sua associazione Rossi ha riportato in vita la base scientifica Underlab, per sempre legata al nome dello speleologo senigalliese Maurizio Montalbini (1953-2009).

Underlab è un progetto nato nel 1990 con l’intento di studiare il funzionamento del corpo umano in assenza di spazio e tempo. Lo speleologo, quindi, si chiudeva all’interno della stazione scientifica dentro a delle grotte per non avere stimoli né riferimenti legati al giorno e alla notte e studiava come un uomo autoregolava il suo ciclo di vita senza condizionamenti esterni. L’esperimento fu tentato in una grotta del New Mexico ed alle grotte di Frasassi ma ebbe il suo apice nella grotta di Nerone a Piobbico, dove Montalbini rimase per 366 giorni. Il suo corpo si regolò così sul ciclo vitale naturale, rallentando il battito cardiaco e la pressione arteriosa: senza nessun condizionamento il suo orologio circadiano era arrivano ad avere giornate da 36 ore. L’avventura finì con Montalbini che mise assieme in tutti i suoi esperimenti quasi mille giorni di vita nel mondo sotterraneo. Alla sua uscita però la base spaziale rimase nella grotta di Frasassi, l’ultima location dell’esperimento e per il comune di Genga la rimozione rappresentava un costo importante. Si presentò così un piobbichese che si propose di smontarla a sue spese e poi usarla a suo piacimento, fu così che la base scientifica diventò un magazzino per attrezzi agricoli e sementi nelle campagne del Candigliano. Qui entra in scena Massimo Rossi che la vede e la riconosce – difficile non notare una "astronave" nelle verdi campagne di Piobbico – e decide di portarla all’esterno della sua associazione dove oggi ha la funzione di centro visite da cui partono le visite ai tanti animali dell’associazione ornitologica. Il modulo d’acciaio che per mille giorni è stato tra il buio e i pipistrelli ora è contornato da pappagalli di tutti i colori, ara arcobaleno, tartarughe e tanti altri animali.

"Ci vuole tanta passione – dice Rossi – ma non potevo non rimettere in sesto e rendere visitabile una cosa tanto importante ed iconica. Chi viene a visitare il parco mi riempie sempre di domande su cosa era questa base e grazie anche a documenti originali dell’epoca provo a raccontare la sua storia. Oggi mi piacerebbe riuscire a contattare la Sector, che finanziò l’esperimento, per creare insieme un percorso didattico che parta proprio da questo modulo".