Otite curata male, bimbo morto: tre anni confermati per l’omeopata

E’ la sentenza emessa dalla Corte di Appello. Il nonno del piccolo Francesco: “Ora potrò dirgli che ha avuto giustizia”

L'omeopata Massimiliano Mecozzi

L'omeopata Massimiliano Mecozzi

Ancona 28 marzo 2024 – C’è un nonno che scoppia a piangere in aula, e dice: “Finalmente adesso quando andrò a trovare Francesco al cimitero potrò dirgli che ha avuto giustizia”. Quel nonno si chiama Maurizio Olivieri, ed è il nonno materno del piccolo Francesco Bonifazi, morto a 7 anni nel maggio 2017 al Salesi di Ancona per una banale otite curata con rimedi omeopatici. L’appello conferma la sentenza di primo grado, cioè i tre anni di reclusione a carico di Massimiliano Mecozzi, l’omeopata ora 62enne, accusato di omicidio colposo: è lui che nel 2017 cura soltanto con l’omeopatia un’otite che alla fine, senza antibiotici, sarà fatale per Francesco. Il bambino muore il 27 maggio, dopo alcuni giorni di agonia.

Il nonno di Francesco è sempre stato presente in aula. Anche oggi all’opposto, era invece assente l’imputato, Mecozzi, che ha portato un certificato medico. Federica Mancinelli, l’avvocato che rappresentava la parte civile della famiglia Bonifazi (il nonno e lo zio), ha detto: «Oggi parlo a nome di tutta la famiglia, anche dei genitori di Francesco.

Finalmente una conferma che anche la Corte di Appello ha riconosciuto che la responsabilità è del medico, sua e di nessun altro. Siamo contenti di essere arrivati qui dopo un calvario di 7 anni, è un periodo lungo, in cui la famiglia di Francesco è stata provata da tutti i punti di vista, ma è una famiglia che ha retto, anche se la perdita di un bambino è devastante, ma loro non hanno mai perso la fiducia. Per questo posso dire che oggi è stata ripristinata la verità".

Ora i giudici – presidente della Corte,  Antonella Di Carlo – hanno 90 giorni di tempo per le motivazioni e la difesa di Mecozzi (avvocato Fabio Palazzo) – ne ha 45 per decidere e se fare o meno ricorso in Cassazione.