FRANCO BERTINI
Cronaca

Palazzo Perticari a Pesaro riapre. Lo scrigno come non l’avete mai visto: viaggio nella bellezza

Scopriamo in anteprima l’edificio dopo il restauro e l’allestimento di sale espositive e biblioteca Franco Signoretti ha completato l’opera durata anni. E il risultato è straordinario

Pesaro, 24 maggio 2024 – “Non sono qui a custodire le ceneri, ma sono qui per continuare a tenere accesa la fiamma". Splendido. Le frasi famose sono le migliori quando c’è da esprimere un giudizio su una situazione che per sua natura e dimensione valga la pena di essere considerata con attenzione. Perché cercare l’originalità quando altri l’hanno già detto meglio di te? Franco Signoretti quella frase non l’ha detta, ma si comporta come se quelle parole fossero il motivo conduttore della sua attività: non sono qui a vegliare sulla salma storica della famiglia Perticari, ma a cercare di innovare quelle vicende, salvaguardando, esaltando e portarne avanti gli aspetti migliori, ma anche per agganciarla ad un’altra tranche di storia che intendo far nascere con al centro il rinnovato palazzo di corso XI Settembre. Che diventa Palazzo Perticari Signoretti, perché il passato non si cancella, ma anche il futuro deve nascere, per passi, e deve farsi storia anch’esso. "In giro è pieno di palazzi con il doppio nome", dice Signoretti, vuol forse significare che non si tratta di questioni dinastiche ma di due storie diverse che si danno la mano.

Franco Signoretti all’ingresso di Palazzo Perticari e alcune immagini delle sale espositive (fotoservizio Toni)
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E infatti, per chi ha avuto modo di fare confronti, Signoretti non si muove più per le belle sale del palazzo con l’aria un po’ spaesata e incerta che aveva all’inizio, come se fosse un ospite di quelle sale rinate alla loro bellezza; ora si sposta lieve e disinvolto parlando con autentica sicurezza della sua quadreria, dalla scuola napoletana a quella bolognese o pesarese, o dei suoi innumerevoli volumi d’arte: Franco Signoretti è perfettamente a casa sua fra gli affreschi e le volte del fu palazzo Perticari diventato Perticari Signoretti, appare e scompare fra l’infilata delle sale perché ormai quella è la sua "magione", tanto che parametrandoci sulle biografie della famiglia Perticari, viene quasi da pensare cosa scriveranno altri biografi fra cent’anni.

All’inizio avevo idee diverse sull’attività editoriale, adesso penso che faremo altro...". Come dire, nel senso migliore, che se tu guardi troppo l’abisso a un certo punto l’abisso guarda te e ti fa venire in mente altri progetti. L’impressione è che questo Signoretti ci riserverà delle sorprese in un futuro anche non troppo lontano: quando ha iniziato l’avventura del salvataggio e del restauro di Palazzo Perticari dentro di sé voleva fortemente qualcosa, adesso, mano a mano che il tempo passa e la realtà diventa vera, si rende progressivamente conto di quello che vuole davvero. Apri una finestra, a persiane naturalmente e non le orrende serrande, e ti investe l’immagine di un’infilata di tetti con sullo sfondo la cupola del Sant’Ubaldo. Bello, sembra quasi che anche fuori di quelle stanze possa esistere una Capitale della cultura. Ma forse è solo un’impressione.