ADRIANO BIAGIOLI
Cronaca

Strage di Urbino, tantissimi ai funerali di Stefano Sabbatini: “Addio all’angelo del soccorso”

Il rito funebre del 59enne autista dell’ambulanza si è svolto alla chiesa parrocchiale di Maria Ausiliatrice a Fossombrone. L’uomo è morto insieme ai suoi due colleghi e al paziente che trasportavano nell’incidente dello scorso 27 dicembre

Fossombrone (Pesaro), 3 gennaio 2024 – Oggi pomeriggio alla chiesa parrocchiale di Maria Ausiliatrice si sono svolti i funerali di Stefano Sabbatini, l’autista soccorritore di 59 anni che assieme ai suoi colleghi del 118 Cinzia Mariotti e Sokol Hoxha e al paziente che trasportavano, Alberto Serfilippi, è rimasto vittima dello schianto in galleria dello scorso 27 dicembre.

A Fossombrone i funerali dell'autista soccorritore Stefano Sabbatini
A Fossombrone i funerali dell'autista soccorritore Stefano Sabbatini

Moltissimi i cittadini comuni che hanno voluto dare l’ultimo saluto a questo “angelo del soccorso”, come molti sono stati anche i colleghi che nella classica tenuta arancione ne hanno atteso il feretro sul sagrato di Maria Ausiliatrice, in piazza Giovanni XXIII.

Le autorità erano rappresentate dal presidente della Provincia Giuseppe Paolini, dal sindaco di Fossombrone Massimo Berloni, dal vicesindaco Michele Chiarabilli e dall’assessore urbinate Elisabetta Foschi, che ha voluto testimoniare la vicinanza del sindaco Gambini.

Intense le parole con cui don Steven Carboni, il parroco, ha voluto introdurre il rito di commiato: “Dopo questi lunghi e intensi giorni, abbiamo bisogno di salutare Stefano e dobbiamo farlo con la forza della fede. L’altro giorno lo abbiamo fatto con un rito civile molto bello alla camera ardente della Croce Rossa, in cui una processione di gente continua ha voluto testimoniare la vicinanza alla famiglia. Oggi invece siamo qui affinché siano la parola di Dio e la forza della nostra fede a dare conforto a chi rimane".

La prima lettura è dalla prima lettera di san Giovanni: “Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui...”.

La seconda lettura è dal vangelo di Luca e si tratta del racconto del buon samaritano, e davvero non si poteva trovare un passo più appropriato alla circostanza, dato che Stefano, Sokol e Cinzia avevano fatto della generosità d’animo e della “compassione” (intesa in senso professionale, ovviamente) il loro lavoro di tutti i giorni, fatto con passione e impegno.

Nell’omelia don Steven affronta il mistero di una tragedia che ha visto la salvezza da una parte, coi ragazzi della gita parrocchiale tutti salvi assieme ad accompagnatori e autista, e la morte dall’altra, con gli occupanti dell’ambulanza accomunati da un destino terribile e beffardo.

Ha detto don Steven: "Ho avuto la notizia un po’ tardi, mercoledì scorso, e non avevo compreso quanto l’accaduto potesse ancora una volta toccare così da vicino i forsempronesi. Me ne sono sono reso conto quando mi ha chiamato il sindaco. Subito abbiamo condiviso un dolore che era della comunità e la responsabilità di essere chiamati ancora una volta a essere vicini, tutti, perché avevamo davanti un fatto più grande di noi. In un primo momento, come sempre, ci siamo interrogati sui fatti, sui nomi. Dietro i nomi conosci poi i volti e le storie e tutto si fa tremendamente vicino. Dopo il come ovviamente arriva il momento di chiederci il perché: la dinamica passa in secondo piano e ci si chiede il senso di quello che è successo".

Già, il senso: per chi ha la fede sta nella resurrezione di Gesù, come ha sottolineato don Steven. Per chi non ce l’ha, è uno dei molti misteri della condizione umana.

Stefano Sabbatini lascia la mamma Anna, il babbo Luciano, la sorella Stefania, i figli Sue Ellen, Valerio e Samuele, la moglie Manola, i nipoti Sebastiano e Brando.

Le sue ceneri saranno tumulate nel cimitero di Fossombrone.