VALERIO BARONCINI
Politica

Già si pensa alle elezioni regionali: gli aspiranti governatori in Emilia Romagna e Marche, occhio alle preferenze

Emilia-Romagna alle prese con il dopo Bonaccini, De Pascale è in pole. Ma molto dipenderà dal risultato personale del governatore uscente. Ugolini favorita a destra. Nelle Marche parte la lunga rincorsa di Ricci

Bologna, 8 giugno 2024 – Non sono solo elezioni di midterm, il metà mandato statunitense che suona come una pagella sul primo giro di boa di un’amministrazione: queste consultazioni europee, per Emilia-Romagna e Marche, sono soprattutto il lancio delle Regionali in arrivo in ottobre, sulla via Emilia, e l’anno prossimo, lungo la dorsale adriatica.

E Regionali significano soldi, potere, decisioni: dalla sanità alle infrastrutture, da un parlamentino fra i più ricchi all’influenza sui comuni e sulla politica locale e nazionale.

I risultati del voto alle Elezioni Europee del 2019 nelle circoscrizioni in cui sono inserite l'Emilia Romagna e le Marche
I risultati del voto alle Elezioni Europee del 2019 nelle circoscrizioni in cui sono inserite l'Emilia Romagna e le Marche

Emilia-Romagna

Il Centrodestra potrebbe riconfermare la maggioranza assoluta (nel 2019 la Lega era al 33,7%, FI al 5,8% e Fratelli d’Italia al 4,6%), ma ha bisogno di un candidato (o candidata) più civico e meno divisivo per vincere, visto che nel 2020 cadde contro tutti i sondaggi. Magari anche più bolognese, visto che le Due Torri furono decisive per la vittoria di Bonaccini: la civica Elena Ugolini (preside e già sottosegretaria all’Istruzione con Mario Monti) resta la favorita.

FdI ha una alternativa valida in Tommaso Foti, ma bisognerà vedere quanto i meloniani riusciranno a ottenere in una delle regioni più complicate.

Nel Pd, per il dopo Bonaccini è sempre più lanciato il sindaco di Ravenna Michele De Pascale, ormai protagonista del dibattito nazionale quotidiano sull’alluvione (ieri anche con la premier). Al suo posto a Ravenna potrebbe andare Andrea Corsini, mentre per viale Aldo Moro resta l’incognita Vincenzo Colla, assessore regionale uscente, e incombono le richieste del sindaco di Bologna Matteo Lepore.

E’ qui che si gioca l’accordo politico su De Pascale, di sicuro gradito a Bonaccini. Ed è sul risultato di Bonaccini che molti schleiniani ‘agiranno’, magari andando a minare proprio De Pascale: nel 2019, l’allora capolista Carlo Calenda ottenne nella circoscrizione 278mila preferenze e in Emilia-Romagna oltre 106mila.

Se Reggio Emilia, Modena e Cesena resteranno al centrosinistra, se le città alluvionate non cambieranno verso, difficilmente ci saranno ribaltoni.

Marche

Il vero test è per Matteo Ricci, sindaco uscente di Pesaro. Non solo perché Pesaro e Fano sono le ultime roccaforti della sinistra nelle Marche, ma perché un suo buon risultato nella difficile e concorrenziale circoscrizione di centro, a prescindere dall’elezione, darà la dimensione del suo status di ‘anti-Acquaroli’.

Il presidente in carica è il favorito per il bis e il Pd ancora frastornato dalla sconfitta di Ancona non ha nomi davvero di peso da spendere. Allo stesso tempo, per FdI il risultato nelle Marche avrà il sapore di un vero giudizio anticipato sulla giunta di Francesco Acquaroli.

I ballottaggi

Quelli che tutti gli analisti vedono più probabili sono a Forlì e Reggio Emilia. Occhio a Casalecchio di Reno, Sassuolo, Fano e Cervia, dove potrebbero essere registrate sorprese. Il mix europee – amministrative però non tragga in inganno: anche cinque anni fa il voto europeo, prettamente politico e proporzionale, segnò molte differenze con quello sui sindaci, dove incide la persona, il programma e la concretezza.