Borbonese, "Fare moda è una rivoluzione"

Bologna, il brand Borbonese torna in alto grazie ad una radicale strategia di cambiamento

Alessandro Pescara

Alessandro Pescara

"Reinventare il disinvolto fascino italiano, dal 1910". È il verbo, nello slogan di un brand iconico del fashion quale Borbonese è di diritto, a dare il senso di come l’azienda intenda se stessa. Proprio la capacità di reinventarsi, nel racconto del ceo Alessandro Pescara, è la cifra che ha reso le borse e gli accessori marchiati dall’Occhio di Pernice un punto di riferimento per la clientela. Chi nasce tondo, ribaltando il proverbio, può anche morire quadro. "Il cambiamento è stato un fattore importante, perché una casa di moda sorta oltre 110 anni fa per servire un segmento di mercato molto alto ha saputo diventare qualcosa di completamente diverso. Non solo per il trasferimento a Bologna, celebrato dal logo Redwall che richiama i muri rossi della città, ma anche per la rivoluzione organizzativa e produttiva che abbiamo poi intrapreso". A partire, come spesso accade, da un profondo momento di crisi. "Per lungo tempo Borbonese, oltre a produrre pelletteria di grande pregio, lavorava anche da terzista. Poi, con l’internalizzazione della produzione delle grandi case moda, negli anni ‘90, si è trovata in mano una scatola vuota, forte come competenza delle proprie maestranze ma debole dal punto di vista dell’appeal del proprio brand. Allora fu la svolta".

E quale strada avete seguito?

"Quella della differenziazione dei materiali usati, con la crescita di materie prime quali tela e nylon, e dell’abbassamento del nostro posizionamento, con il risultato, anche grazie a una rivoluzione lato marketing e all’ingresso in azienda di professionisti con curricula più contemporanei, di ampliare significativamente le fasce di età servite e le tipologie di accessori in produzione".

Fino a un exploit digitale che, ora, ha donato a Borbonese una nuova riconoscibilità.

"Ci siamo affidati al lavoro di blogger e influencer in grado di colpire laddove il nostro marchio aveva perso terreno e a una riduzione intelligente del numero di capi in catalogo. Poi, la guerra del marketing la stiamo vincendo anche con l’affiancamento dell’abbigliamento agli accessori, con il ritorno alla Milano Fashion Week e con l’impulso alla creatività".

E pure con una ecosostenibilità sulla quale nessuno può più transigere.

"Essere green passa prima dal cambiamento delle abitudini interne, dalla rinuncia a carta non ricilclata e plastica, ma anche dal nylon riciclato che utilizziamo e, sul versante pelle, da pellami provenienti da economie circolari, conciati senza l’uso di metalli durante le lavorazioni".

E questo, per i giovani, basta?

"Basta se vi si aggiunge un’attitudine all’innovazione che può venire solo da noi, come abbiamo sperimentato attraverso le collaborazioni tra azienda e università del progetto Officina Borbonese, dove sono proprio i giovani a immaginare per noi i prodotti innovativi del futuro".