
Faenza, la rabbia di un gruppo di genitori: "Segnaleremo alle forze dell’ordine". Diversi ragazzi sono tornati a casa ubriachi dopo aver acquistato drink.
Una serata nata sotto il segno della spensieratezza si è trasformata nell’ennesimo episodio di incoscienza giovanile e irresponsabilità adulta. È accaduto nel cuore di Faenza, nei pressi di un locale già noto per essere un punto di ritrovo affollato da adolescenti, dove – secondo numerose testimonianze – l’alcol viene servito senza alcun controllo sull’età degli acquirenti. L’episodio più recente, avvenuto sabato sera, ha riportato alla ribalta una problematica da tempo segnalata da residenti e commercianti della zona: lo stesso locale è stato più volte indicato come frequentato non solo da minorenni in cerca di sballo, ma anche da soggetti legati allo spaccio e al degrado urbano.
Già dal pomeriggio le chat dei giovanissimi facevano girare l’invito a una "festa da non perdere", tra musica ad alto volume e alcol a fiumi. Il tutto, con la complicità – o perlomeno la totale indifferenza – del gestore del locale, che secondo i racconti avrebbe venduto intere bottiglie di superalcolici, violando apertamente la legge. Una delle mode del momento tra i giovanissimi sembra essere l’amaro, scelto per il basso costo e l’alto grado alcolico. È proprio con un paio di bottiglie di una nota marca di amaro che un gruppo di ragazzi, tutti intorno ai sedici anni, tra le decine presenti in quel momento, hanno trascorso la serata. A quanto raccontano i genitori, i giovani si sarebbero organizzati con una colletta da pochi euro ciascuno per acquistare l’alcolico, senza che nessuno al bancone ponesse domande o si preoccupasse delle possibili conseguenze. Il rientro a casa è stato tutt’altro che tranquillo. Alcuni ragazzi erano visibilmente ubriachi, tanto da far scattare l’allarme tra le famiglie. Da domenica mattina le chat dei genitori si sono animate nel tentativo di fare chiarezza sull’accaduto e trovare una risposta concreta. "L’obiettivo – spiega il padre di uno dei ragazzi coinvolti – è ricostruire i fatti e poi rivolgerci alle forze dell’ordine per chiedere controlli più serrati". Il riferimento è a ordinanze comunali che impongono la chiusura anticipata di alcune tipologie di esercizi per contrastare la vendita di alcolici dopo le 20 mentre nei pub e nei bar i controlli latitano.
"Sabato sera sarebbe bastata una pattuglia, di una qualsiasi forza di polizia che non può non essersi accorta di quanto stava accadendo lungo uno dei corsi principali della città – lamenta un genitore – per verificare il rispetto della legge". Una legge – va ricordato – che parla chiaro: secondo l’articolo 689 del codice penale, somministrare alcolici ai minori è un reato punibile con l’arresto fino a un anno. In caso di recidiva, si rischia anche la sospensione dell’attività per tre mesi e sanzioni fino a 25.000 euro. Questo episodio non è un caso isolato. Secondo i dati dell’Osservatorio nazionale alcol, più di 1,3 milioni di giovani tra gli 11 e i 25 anni hanno dichiarato di consumare alcol in modalità a rischio. L’abuso precoce è legato a un aumento degli incidenti stradali: l’Istituto superiore di sanità segnala che l’alcol è presente in circa il 25% degli incidenti mortali che coinvolgono under 24. "Il vero problema – denunciano le famiglie – non è solo l’incoscienza dei ragazzi, ma l’irresponsabilità di chi, per guadagno, decide di vendere alcol ai minori".