Dopo le piazze divise, ecco le sponde dei fiumi divise. Saranno due gli eventi organizzati sabato dai comitati nati sulla scia delle recenti alluvioni: in Borgo alle 15 prenderà il via dal parco Gatti il corteo ‘Per la Romagna alluvionata e la resistenza climatica’, diretto a piazza del Popolo, dove si terranno al microfono diversi interventi, mentre nella sala di via Ospitalacci 188 è in programma dalle 9.30 l’incontro ‘Come monitorare la salute degli argini’, a cura del neonato comitato ‘Custodi del territorio’. Quella che sfilerà dal Borgo al cuore della città è una galassia, come recita il volantino, decisa a scendere in piazza per spiegare come e quanto il cambiamento climatico abbia impattato e impatterà sulle vite dei cittadini: alluvionati che vedono negli eventi del 2023 e del 2024 soprattutto la manifestazione di una crisi ecologica in corso, dinanzi alla quale il territorio si è fatto trovare impreparato anche per la natura fuori scala di fenomeni meteorologici senza precedenti. Con la manifestazione che si snoderà da una sponda all’altra del Lamone gli alluvionati, radunati sotto le insegne della ‘Rete 360’, chiederanno alle autorità interventi il più possibile urgenti per adattare il territorio a quelli che sono di fatto divenuti i nuovi parametri climatici della Romagna.
Il comitato ‘Custodi del territorio’ ufficialmente nega di aver indetto il proprio evento quale una sorta di ‘contro-manifestazione’, ma i pareri espressi dagli organizzatori sulla manifestazione in programma in Borgo – "pilotata dalle sigle ambientaliste", accusano i ‘Custodi’ – paiono tranchant non per caso. Dalla sala di via Ospitalacci i partecipanti all’incontro organizzato in mattinata, dopo gli interventi, si sposteranno per un sopralluogo direttamente sulle rive del Senio, non lontano da via Casale. Ricondurre quelle due diverse piazze rispettivamente all’anima più ‘ecologista’ dell’universo degli alluvionati e a quella ‘complottista’ sarebbe riduttivo, benché il comitato ‘Custodi del territorio’ si professi dichiaratamente vicino al sentore di chi vede nella presunta "mancata pulizia dei fiumi" la principale responsabile delle recenti catastrofi, mettendo poi come di consueto nel mirino talvolta i militanti dei Verdi talaltra questa o quella specie selvatica: un copione già letto e riletto. "Ciò che ci importa è istruire la popolazione circa le situazioni di pericolosità fluviale – precisano gli organizzatori da via Ospitalacci – in modo che si formino gruppi di vigilanza che possano segnalare le criticità alle autorità".
Filippo Donati