"Aristofane, un classico sempre attuale"

Il regista Marco Martinelli con ‘Pluto God of the Gold’, ispirato al lavoro del commediografo greco. Alle 21 al teatro Alighieri

"Aristofane, un classico sempre attuale"

"Aristofane, un classico sempre attuale"

Dopo il felice debutto al teatro Grande di Pompei nel fine settimana scorso, arriva a Ravenna ‘Pluto God of the Gold’, terzo lavoro dedicato ad Aristofane, una favola di 2500 anni fa sull’ineguale distribuzione della ricchezza. Lo spettacolo è stasera alle 21 al teatro Alighieri (biglietti a 15 euro, info 0544-249244) e sarà preceduto alle 17, alla sala Muratori della Classense, da un incontro a cui parteciperanno, tra gli altri, Maddalena Giovannelli e Martina Treu, le due più grandi studiose del commediografo greco antico. Una scelta non casuale quella della biblioteca che conserva l’unico manoscritto al mondo contenente tutte le undici commedie superstiti di Aristofane. A parlare del progetto ‘Sogno di volare’, nato dal dialogo tra Ravenna Festival, il Parco Archeologico di Pompei e Ravenna Teatro/Teatro delle Albe, è Marco Martinelli che firma drammaturgia e regia.

Dopo ‘Uccelli’ e ‘Acarnesi’, quest’anno è la volta di un’altra commedia di attualità…

"Sì. Se nel primo lavoro avevamo esplorato il desiderio di utopia, se nel secondo la condanna alla guerra e l’esaltazione della pace, ‘Pluto’ è una favola commovente sulle ingiustizie che dilaniano la terra, legate al denaro come unico dio da venerare. Nel capitalismo finanziario imperante di questo terzo millennio, nel consumismo che tutti ci riduce a merci, l’apologo di Aristofane funziona come una freccia incendiaria, in grado di divertici, sorprenderci e farci pensare". Chi è il protagonista dell’ultima commedia di Aristofane?

"Il contadino Cremilo che cerca di capire come educare il figlio. Lui che ha lavorato tutta la vita, si ritrova povero, mentre attorno a sé vede solo malfattori, gentaglia che rubando e corrompendo si è arricchita. Attraverso di lui il commediografo greco cerca di farci ancora ‘sognare’ che il mondo possa cambiare, che la politica ritrovi il suo afflato di giustizia".

Com’è andato il fresco debutto a Pompei dove protagonisti sono stati gli 80 studenti delle scuole?

"Per me è sempre sorprendente vedere 1.500 persone, tanti applausi a scena aperta, l’impegno degli studenti. Quest’anno, alle scuole di Pompei, Torre del Greco e Castellamare di Stabia, si è aggiunta anche Torre Annunziata, una crescita continua anno dopo anno. Visto che il sud registra i livelli più alti di povertà, il tema era molto sentito dai ragazzi e dal pubblico che è, fra l’altro, molto popolare, con anche critici di livello nazionale, e in grado di trasmettere quel calore e quella partecipazione di chi ancora crede che il teatro possa parlare a tanti e fare la differenza".

Come avete reinventato lo spettacolo a Ravenna?

"Lo sforzo maggiore è adattarsi a uno spazio più limitato. Proveremo tutto il giorno, per il resto avremo sempre le luci a cura di Vincent Longuemare, le musiche di Ambroglio Sparagna e i costumi di Roberta Mattera, che sono parte fondamentale dello spettacolo, in linea con la mia regia. Novità: avremo in scena tre bambini ravennati che interpretano i figli di Cremilo, mentre in sala Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco Archeologico di Pompei".

Avete già scelto il titolo della prossima edizione?

"Sì, sarà ‘Donne al Parlamento’, con cui concluderemo il progetto legato ad Aristofane. L’attenzione per il femminile in una società fallocratica, non è per nulla scontata".

Roberta Bezzi