Capanni da pesca, la concessione è un salasso

L'articolo denuncia l'aumento ingiusto delle tasse per i capanni da pesca a Ravenna, sottolineando il contributo sociale e storico di queste strutture. Gli anziani pensionati si sentono penalizzati e chiedono solidarietà per difendere le tradizioni locali.

Puntuale da qualche anno è arrivato anche oggi l’ingiusto salasso per il pagamento della concessione dei capanni da pesca sui Fiumi Uniti e in generale per tutti i capanni da pesca del comune di Ravenna, che per noi ’ricchissimi pensionati’ pagare 3225,50 euro al quale se ne aggiungono 161,30 di imposta regionale, ai quali si aggiunge il deposito cauzionale calcolato sul doppio del canone perché la Regione, essendo noi capannisti notoriamente una banda di briganti, si deve tutelare affinché paghiamo puntualmente l’obolo richiesto che a capanno comporta una spesa equiparabile a 6-8 mesi di pensione. I capanni svolgono gratuitamente da anni un importante compito sociale, di aggregazione e ricreativo.

È una tradizione storica che si perde nella notte dei tempi (Capanno Garibaldi? Isola degli Spinaroni? sono abusivi anche loro?) senza chiedere nulla a nessuno, occupando con una concessione su un terreno di alcune decine di metri quadrati non equiparabili alle centinaia di metri quadrati che occupa uno stabilimento balneare sul quale viene esercitata un’attività commerciale dalla quale il gestore può ricavare un reddito e pagare un canone. Il nostro reddito alla nostra età è la sola pensione anche quella sottoposta a continui salassi. Siamo una piccola forza facile da dominare? Allora, amici capannisti alle prossime votazioni dobbiamo farci sentire oppure la nostra conclusione sarà simile a quella dei piccoli capanni balneari che spero anche con il nostro appoggio potranno superare l’attuale momento difficile.

Organizziamoci per la piazza!

Carlo Gambi, geometra