ANDREA COLOMBARI
Cronaca

Danilo Molducci, il pm blocca il funerale: "Omicidio"

Giallo a Ravenna, è l’ipotesi di accusa nei confronti del figlio e della badante rumena di 51 anni. Entrambi iscritti nel registro degli indagati

Il pm della procura di Ravenna, Angela Scorza, che coordina le indagini

Il pm della procura di Ravenna, Angela Scorza, che coordina le indagini

Ravenna, 1 giugno 2021 - Giusto oggi avrebbe compiuto 68 anni. Ma Danilo Molducci, stimato medico in pensione a lungo con ambulatori a Campiano e Santo Stefano – frazioni delle campagne ravennati –, è morto venerdì scorso dopo anni di malattia. E su quello che sembrava il risultato finale di un ineluttabile percorso naturale, nelle ultime ore si sono addensati diversi dubbi. Tanto che la procura di Ravenna ha bloccato la salma poco prima del funerale e ha disposto l’autopsia.

Il medico morto a Ravenna si era rivolto a un detective. Indagati il figlio e la badante

Due i nomi iscritti sul registro degli indagati per l’ipotesi di reato di omicidio volontario: si tratta della collaboratrice domestica del defunto, una 51enne di origine romena; e del figlio 39enne Stefano, noto ai più per il suo impegno politico (è segretario del Pd di Castrocaro Terme, nel Forlivese). I, due ora difesi dall’avvocato Claudia Battaglia del Foro di Forlì-Cesena, sono stati formalmente avvisati ieri dell’indagine aperta sul loro conto.

Si tratta di un atto dovuto che, come tale, darà la possibilità agli indagati di potere eventualmente indicare consulenti medico-legali di loro fiducia nell’ambito di quello che è un accertamento tecnico tipicamente irripetibile: l’esame autoptico appunto. Il medico legale incaricato dal magistrato, dovrà naturalmente chiarire a tutto tondo la ragione della morte di Molducci: se è avvenuta quale conseguenza dell’evoluzione della malattia, come tutto lasciava presagire in prima battuta dato che il defunto da tanto tempo era costretto ad adeguata terapia farmacologica e fisioterapica. O se invece dietro c’è stato qualcos’altro sfuggito al primo vaglio.

All’esito della ricognizione cadaverica, non sono stati individuati segni riconducibili in maniera netta a una possibile aggressione, cioè a quella che gli addetti ai lavori indicano come ’opera terzi’. E su questo fronte, la lista è varia: armi da taglio, da sparo, corpi contundenti e così via. E dunque per dissipare ogni dubbio sulla vicenda, si riveleranno di fondamentale importanza i quesiti legati alla presenza o meno di farmaci o sostanze psicotrope nel corpo del defunto: su questo fronte, come di prassi, l’autopsia vera e propria verrà affiancata da accertamenti tossicologici di laboratorio. E nell’attesa del deposito dei risultati, gli investigatori della squadra Mobile – coordinati dal pm titolare del fascicolo Angela Scorza, la stessa che ha indagato sull’omicidio di Ilenia Fabbri – proseguiranno con la ricerca di elementi utili a incasellare la morte di Molducci, a partire dal tenore delle relazioni sia domestiche che familiari.

Sono diverse le persone già ascoltate: soprattutto a Campiano, località dove il medico in pensione viveva e dove a ieri in molti ancora non sapevano della sua morte nonostante il 67enne – che si era laureato a Bologna nel lontano 1978 e si era iscritto quello stesso anno all’ordine del Medici di Ravenna prima di specializzarsi a Parma nel 1982 – fosse assai conosciuto per via dei suoi trascorsi professionali. E qui la strade si biforcano: l’uomo, probabilmente di indole riservata, aveva forse espresso questa volontà. Oppure, anche se malato da tanto tempo, in molti non si aspettavano per lui una morte così improvvisa.