ANDREA COLOMBARI
Cronaca

Istanza di un disabile: "Sequestrate 300mila euro alla mia ex badante"

Al via il processo contro 44enne romena accusata di estorsione, truffa, appropriazione indebita e circonvenzione aggravata nei confronti di un ultra-cinquantenne ravennate

L’ex badante avrebbe portato via a un uomo molti soldi (repertorio)

L’ex badante avrebbe portato via a un uomo molti soldi (repertorio)

Ravenna, 3 maggio  2024 – C’era lui: in sedia a rotelle aiutato dalla nuova badante. E c’era lei, l’ex badante tornata apposta dalla Romania per seguire l’udienza preliminare. A dividerli, il capitale che, secondo la procura, la donna - una 44enne difesa dall’avvocato Gian Luigi Manaresi - era riuscita a spillare al suo ex assistito, un disabile ultra-cinquantenne ravennate. Quest’ultimo ieri mattina davanti al gup Corrado Schiaretti non solo attraverso l’avvocato Tania Amoroso, che ha ricevuto mandato dall’amministratrice di sostegno dell’uomo, si è costituito parte civile.

Ma soprattutto ha chiesto il sequestro conservativo su immobili e conti della 44enne per un totale di 300 mila euro. Il gup si è riservato la decisione in attesa della prossima udienza fissata per metà luglio. Fin da subito è però chiaro che, là dove il sequestro dovesse essere concesso, occorrerà agire a livello internazionale: la donna si era del resto fatta inviare tutti i soldi in Romania, là dove peraltro l’ultracinquantenne a un certo punto aveva pure deciso di trasferirsi.

La somma fissata dalla richiesta di rinvio a giudizio a firma del pm Silvia Ziniti, ammonta esattamente a 230 mila euro e rispecchia i capi d’imputazione. A partire dalla circonvenzione di incapace pluriaggravata (dall’abuso dei rapporti di coabitazione e dall’ingente danno) a discapito del disabile ravennate. Secondo la procura, tra il marzo del 2019 e il luglio del 2020, l’ex badante sarebbe riuscita a farsi prima versare 100 mila euro a cui sarebbero seguiti gli altri 70 mila. La 44enne è accusata anche di truffa legata a 60 mila euro incassati per l’acquisto di un appartamento nella primavera 2020 ma mai comperato. E infine di appropriazione indebita ed estorsione per avere presumibilmente minacciato il suo assistito costringendolo a non chiedere la formale restituzione dei 170 mila euro.

“Se vieni in Italia vai diritto in un istituto", le avrebbe detto. E ancora: " Se vieni in Italia non decidi tu, perché se io vado da un assistente sociale e ti avvio la pratica, tu sei già dentro. Ce la faccio io tutto quello che posso per metterti in un istituto, te lo garantisco, hai la mia parola, tu non mi conosci chi può essere la (...) quando si incazza. Ti garantisco io che nel momento che arrivi in Italia, hai già il posto in ricovero ". Nelle parole di lei infine anche un chiaro riferimento ai soldi: "T e li do io a rate, quando voglio e quando posso, ma prima si deve fare un processo e si stabiliscono quanti soldi ti devo dare e questa sarà una cosa lunga...tu parti con 2.000 euro in tasca per l’Italia".

Secondo quanto ricostruito dalla guardia di Finanza, tutto si era innescato quando alla morte dei genitori l’uomo aveva deciso di seguire l’allora sua badante in Romania per essere meglio accudito. E aveva trasferito su un conto romeno la bellezza di 100 mila euro. Poi aveva spostato i 60 mila per l’acquisto dell’appartamento. E infine ecco i 70 mila giunti su un altro conto intestato alla donna. Il rapporto di lavoro si era incrinato quando lei aveva chiesto un ulteriore aumento di stipendio: da 2.000 a 2.500 euro al mese. Lui allora aveva deciso di tornare in Italia rivolgendosi a un amico e ai servizi sociali. Il 20 luglio 2022 il tribunale aveva nominato un’amministratrice di sostegno (l’avvocato Emanuela Manzoni). E poco tempo dopo era scattata la denuncia alla base della richiesta di rinvio a giudizio.