Due anni per una colonscopia a Ravenna, uno e mezzo se si è disposti ad andare a Novafeltria nel marzo 2026. Per le gastroscopie si va a marzo 2026 in ospedale a Ravenna, o a giugno 2025, sempre se si ha la possibilità di raggiungere Novafeltria.
È il reparto di Gastroenterologia quello che ha più difficoltà nel garantire gli esami in tempi ragionevoli, così come era emerso nei giorni scorsi dalla nostra mattinata al Cup. E così ora il primario Alessandro Mussetto chiarisce la situazione.
Mussetto, esiste un monitoraggio dei casi più gravi? Non c’è il timore che alcune condizioni non vengano rilevate in tempo?
"La prima cosa che voglio fare è proprio rassicurare su questo. Da un paio d’anni abbiamo un canale preferenziale coi medici di medicina generale, hanno un numero di telefono attivo 12 ore per 6 giorni a settimana e una mail a cui segnalarci utenti che a loro giudizio vanno presi in carico in tempi rapidi".
State aumentando il numero di prestazioni?
"Quest’anno tra gennaio e giugno abbiamo fatto 600 colonscopie in più rispetto all’anno scorso, in aumento del 28%. Le gastroscopie sono cresciute del 19%, le visite del 12%. La direzione ci ha dato la disponibilità per la dotazione organica e questo ha permesso di aprire stabilmente, da gennaio, la seconda sala endoscopica a Lugo".
Quanti medici sono stati assunti?
"Uno, e questo ci ha permesso di attivare la seconda sala di Lugo. Come gastroenterologi ed endoscopisti siamo 18 in tutta la provincia, lavorando sui tre ospedali".
Ora c’è carenza di personale?
"No, non c’è particolare crisi nella nostra specialità".
So che anche per le colonscopie si parla di esami ’inappropriati’... Esiste questo tema?
"Sì, e cerchiamo proprio di lavorare con i medici di medicina generale per far sì che si evitino esami inutili. Ad esempio, chi ha un polipo da tenere controllato deve seguire le linee guida degli screening, che sono dettate dall’epidemiologia. Non ci deve essere un ’controllino’ tra le due date prescritte dallo screening. Il paziente deve fare l’esame solo se ci sono sintomi che pongono dei quesiti clinici. Il fatto che questa sia una delle cause delle lunghe attese lo confermano i dati secondo cui la Romagna ha un indice di consumo superiore rispetto alla Regione per la richiesta di esami endoscopico, a fronte di una popolazione con le stesse caratteristiche. In questo ci aiuterà la nuova cartella clinica creata coi fondi Pnrr, che permetterà la programmazione allo specialista stesso".
Pesa anche la pandemia sulle lunghe attese per gli esami?
"Nel 2020 abbiamo rinviato tutto il rinviabile per non far accedere le persone alle strutture sanitarie. C’è voluto tempo, poi, per smaltire tutte le richieste, ci siamo portati dietro una zavorra e si è amplificata. Prima del covid non avevamo questi tempi di attesa, quindi sicuramente ha pesato".
È possibile coinvolgere di più il privato accreditato per smaltire le liste d’attesa?
"C’è stato un calo della disponibilità del privato accreditato per le visite gastroenterologiche. Immagino che dipenda anche dai rimborsi".
Quando pensa che sarà possibile recuperare?
"Non ho un orizzonte temporale, sarebbe bello. Mi aspetto però che l’aumento delle nostre prestazioni dia frutti con un calo dei tempi di attesa nel 2025, o alla fine del 2024".
Sara Servadei