
’Nella lingua e nella spada’, il melologo ispirato alle vite e all’amore di Oriana Fallaci e Alexandros Panagulis, scritto, diretto e interpretato da Elena Bucci, chiuderà stasera, alle 20.45, la stagione di prosa del Comunale di Russi. In scena Elena Bucci, le musiche sono di Luigi Ceccarelli, Loredana Oddone firma le luci, Raffaele Bassetti cura il suono. Ater, l’ente che gestisce il teatro in accordo con Il Comune, ha scelto di tornare alla programmazione normale che prevede un’unica serata di spettacolo, annullando la replica di domani. ’Nella lingua e nella spada in solo’ è ispirato alle vite della giornalista Oriana Fallaci e di Alessandro Panagulis, eroe della resistenza greca contro il regime dei Colonnelli.
Bucci, è un’opera dedicata alla difesa della libertà e della democrazia e ispirata a un poeta-rivoluzionario e alla scrittrice del romanzo ‘Un uomo’.
"Sì, ma non ho preso brani da ‘Un uomo’, non credo che Fallaci avrebbe gradito. Però l’ho letto e riletto, emozionandomi ogni volta. Sono ’entrata’ nei suoi scritti, nelle introvabili poesie di Panagulis, nelle loro vite. E ho lasciato che la loro storia mi entrasse dentro, finché non sono stata pronta a rendere loro un omaggio".
Perché uno spettacolo ispirato alla Fallaci? Una figura ritenuta spesso ’controversa’.
"Il Ravenna Festival mi chiese uno spettacolo sulla Grecia, per l’edizione 2019. Il mio primo pensiero andò subito a quel libro della Fallaci, durante una vacanza in Grecia, dopo la maturità. Fu una scoperta incredibile: una storia d’amore, libertà e coraggio, una lezione sulla difesa dei valori della democrazia e della libertà. E una lezione sulla necessità di assumersi le proprie responsabilità per riuscire a essere sé stessi. Fallaci ha aperto le menti: è stata una grande inviata di guerra, le sue interviste sono memorabili e ha aperto un mondo alle donne".
Lei è sempre di corsa, passa da uno spettacolo all’altro.
"Sono stati mesi intensi. In novembre, con Marco Sgrosso, ho firmato ’Caduto fuori dal tempo’, una rielaborazione del racconto di David Grossman. Poi la ’messa in scena’ di un un secolo con ’Ottocento’ e l’interpretazione di Laura Betti in ‘Bimba’, omaggio a Pier Paolo Pasolini".
Ed ora ecco la lotta contro la tirannide.
"Un tema attualissimo, ma oggi ancora di più. L’intensità con cui il pubblico ha partecipato finora è stata quasi commovente. Fallaci e Panagulis sono in lotta contro il conformismo e le bugie. Ostili per natura alla tirannia, si incontrano per un’intervista il giorno della sua scarcerazione. La parola scritta è la loro arma: lei è già l’intervistatrice che mette a nudo i potenti del mondo, lui, quasi sollevato dal fallimento del suo attentato, ha scoperto nella poesia uno scudo per difendersi dalle barbarie dei suoi aguzzini. Due testimoni degli orrori della guerra e della dittatura. Grazie a loro allargo il mio sguardo di fortunata nata in tempo di pace. Fino al limite del buio che si avvicina".
Claudia Liverani