Gas, tre nuove piattaforme a nord della costa a Ravenna

Primi risultati dopo il via libera alle estrazioni di gas dato venerdì dalla premier Giorgia Meloni. Dovranno essere sotto il 45esimo parallelo

La mappa al largo di Ravenna

La mappa al largo di Ravenna

Ravenna, 6 novembre 2022 - Tre nuove piattaforme al largo della costa ravennate-ferrarese e rodigina, una ripresa produttiva importante per altri impianti che attualmente estraggono gas al minimo del potenziale. Sono questi i primi risultati che il via libera alle estrazioni dato venerdì dalla premier Meloni potrebbe avere sull’attività del distretto ravennate dell’energia, il più importante del Paese. Il condizionale è d’obbligo perché non è ben definito lo specchio acqueo interessato dalle possibili nuove trivellazioni che potranno essere avviate da 9 miglia dalla costa e non più da 12. L’obiettivo è passare da 3 a 6 miliardi di metri cubi di gas nazionale prodotto all’anno. "Per fare commenti precisi – spiega l’amministratore delegato della Rosetti, Oscar Guerra – bisogna aspettare la prossima settimana quando uscirà il decreto vero e proprio per capire bene in quali spazi di manovra ci si potrà muovere. Di certo, finalmente si apre una nuova prospettiva. L’Adriatico è tornato strategico per la politica energetica nazionale". Il punto cruciale è che le estrazioni devono avvenire "sotto il quarantacinquesimo parallelo, con l’eccezione della foce del ramo Goro del fiume Po". L’obiettivo è quello di tenere Venezia lontana dai punti di estrazione del gas.

La mappa al largo di Ravenna
La mappa al largo di Ravenna

"Naturalmente aspettiamo il decreto – dice l’imprenditore Renzo Righini, vice presidente del Roca, l’associazione di categoria delle aziende dell’energia – ma il via libera del Governo era molto atteso. Sono anni che chiediamo, dati alla mano, di riprendere le estrazioni e la ricerca di giacimenti". Ma se non c’è una definizione esatta del tratto di mare al di sopra del quale non sono ammesse perforazioni, è difficile valutare quali investimenti si potranno fare in nuovi impianti.

Al largo, tra la costa ravennate-ferrarese e il Veneto, erano previste da uno studio di una quindicina di anni fa, prima delle limitazioni imposte dai governi, 6 nuove piattaforme: tre però sono già sicuramente più a nord del 45° parallelo e quindi escluse. Le tre restanti dovrebbero rientrare nei nuovi parametri. Secondo le valutazioni del ministero, nel tratto di Adriatico che l’Italia ha in comune con la Croazia si potranno ricavare almeno 70 miliardi di metri cubi di gas. Con i sistemi di calcolo più innovativi e le tecnologie attuali – ha detto più volte il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli – in questo specchio di mare ci sono probabilmente 300 miliardi di metri cubi di metano. Oltre ai nuovi impianti di perforazione, il governo autorizza anche l’aumento della produzione da quelli esistenti, operazione possibile in 6 o 7 mesi. Una mole complessiva di lavoro, che avrebbe importanti riflessi anche occupazionali. Il provvedimento del governo sulle estrazioni del gas, "per Ravenna significa il rilancio di un distretto industriale molto importante e anche di una forte occupazione" commenta il sindaco Michele de Pascale. "Non ha alcun senso – aggiunge – importare grandissimi quantitativi di gas da ogni angolo del mondo e non utilizzare quello che c’è nel nostro territorio e può essere estratto senza impatti ambientali. Contemporaneamente, deve procedere celermente anche il campo eolico Agnes, per il quale occorre una procedura speciale per dare un’accelerazione ai tempi di esecuzione. Ricordo che i 70 milioni destinati al progetto con fondi del Pnrr sono ancora fermi al ministero".

lo. tazz.