Gas, il progetto: stoccarne 7 miliardi di metri cubi al largo di Ravenna

Cingolani ne ha parlato con la premier in pectore Meloni: 7 miliardi di metri cubi da collocare nelle piattaforme ravennati ormai esaurite. Idea pensata per aumentare le scorte se sorgono problemi nell’afflusso dall’estero

Alla ricerca di energia

Alla ricerca di energia

Ravenna, 8 ottobre 2022 - Sette miliardi di metri cubi di gas da stoccare nei giacimenti metaniferi ormai esauriti, che si trovano al largo della costa ravennate. A partire da quelli collegati con la piattaforma ‘Porto Corsini’, già in predicato di ospitare la Co2 catturata sulla base del progetto Eni. Tutto gas proveniente dall’estero sulla base di accordi stipulati in Algeria, Libia, Egitto.

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Si tratta di un ulteriore provvedimento allo studio, per aumentare le scorte di gas nel caso sorgano problemi nell’afflusso dall’estero e di un inverno particolarmente rigido. Il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani ne ha parlato giovedì con la premier in pectore Giorgia Meloni, anche perché dovrà essere il nuovo Governo a valutare il progetto di stoccaggio e come procedere. Servono verifiche tecniche e una valutazione relativamente certa sui tempi di realizzazione. Anche perché l’Eni, titolare della maggior parte delle piattaforme, ha l’autorizzazione per produrre gas, non per stoccarlo. Funzione che è in capo a Stogit, società di Snam. Quindi, Eni dovrebbe restituire la licenza allo Stato che poi la rigirerebbe a Stogit, e non è un’operazione delle più semplici da portare a buon fine.

Gli stoccaggi di gas attualmente operativi sono 13, e tutti a terra. Risultano pieni al 93%, con 18 miliardi di metri cubi di ‘scorta’. I siti ormai colmi di metano sono di Stogit (Snam), di cui uno ad Alfonsine, Edison (3) e Italgas (1). La preoccupazione è che 18 miliardi di metri cubi supplettivi non siano sufficienti a fronteggiare un’escalation della crisi energetica, per condizioni meteo sfavorevoli o per l’acuirsi delle tensioni internazionali. Come è stato ribadito giovedì in un webinar promosso dal Messaggero, "risparmio dei consumi, nuovo gas liquefatto prenotato e la dote in più di gas proveniente da Algeria e Azerbaijan, non garantiscono quel cuscinetto di gas che può far stare tranquilli qualora sopravvenissero intoppi tecnici anche non legati al gas russo. Non solo. Avere il più grande sito di stoccaggio d’Europa e riempirlo per intero fa bene ai prezzi, come dimostrano le quotazioni di questi giorni".

Al webinar è intervenuto anche l’ad dell’Eni, Claudio Descalzi, che ha confermato come tecnicamente non ci siano ostacoli ad accrescere le scorte. "Abbiamo la possibilità di aumentare gli stoccaggi di 5-6-7 miliardi, perché abbiamo molti campi esauriti che possono essere trasformati in stoccaggio, per avere un polmone molto più importante, che ci dia una ridondanza nell’infrastruttura". Il ministro Cingolani ha anche aggiornato Giorgia Meloni sul decreto per l’aumento di 6 miliardi di mc di gas della produzione nazionale di gas, provenienti dal Canale di Sicilia e dall’Adriatico. Il documento è stato bloccato prima delle elezioni e ora sarà il nuovo Governo a definirne il futuro. Rinnovabili: sale a 33 il numero delle autorizzazioni di impianti da fonti rinnovabili sbloccati nel 2022 dal governo, per un totale di circa 1,6 gigawatt. Gli impianti sono posizionati in Basilicata, Puglia, Sardegna e Toscana.