Il restauro? Un miraggio: "Sarebbe troppo costoso, già nel 1999 erano malconce"

Vidmer Mercatali era sindaco quando l’area ex Sarom fu riconvertita con un accordo "Impossibile rendere l’ambiente agibile per iniziative culturali. Lancio l’idea di un museo".

Il restauro? Un miraggio: "Sarebbe troppo costoso, già nel 1999 erano malconce"

Il restauro? Un miraggio: "Sarebbe troppo costoso, già nel 1999 erano malconce"

Ravenna, 29 marzo 2024 – Mercatali, lei era sindaco quando nel 1999 si giunse all’accordo fra Agip, proprietaria dell’area e degli impianti, Comune e Protan per la riconversione dell’area ex Sarom. Sulla sorte delle due torri di raffreddamento ora destinate alla demolizione, ci fu qualche ipotesi di salvaguardia?

"Ci furono due momenti. Nel senso che la procedura di smantellamento degli impianti cui fu dato corso, escludeva l’abbattimento delle due torri. Ricordo che si decise di lasciarle per il momento in piedi e di rimandare qualsiasi valutazione in un secondo tempo. E nel contempo, con lo smantellamento procedeva la bonifica dei terreni".

Un mancato abbattimento immediato giustificato dalla loro importanza storica ed emblematica?

"Esattamente. Rappresentavano un simbolo, la testimonianza concreta della crescita industriale di Ravenna dopo la guerra, il superamento dell’economia agricola in quel periodo di fine anni Quaranta e avvio dei Cinquanta".

Poi ci fu un secondo momento…

"Furono fatte adeguate valutazioni sullo stato di conservazione delle torri e su un loro eventuale recupero ad esempio al fine di spazi culturali. Ma ci si accorse subito che lo stato di conservazione, già allora, parliamo di oltre vent’anni fa, era ridotto molto male perché già da altrettanto tempo, dai primi anni Ottanta, non erano utilizzate e non erano assoggettate a manutenzione".

E non si pensò a un restauro?

"Non era assolutamente praticabile per via dei costi che sarebbero stati ingentissimi, proibitivi per Agip e per chiunque; d’altra parte le caratteristiche tecniche interne delle torri escludevano qualsiasi tipo di intervento per rendere l’ambiente agibile a qualsiasi forma di iniziativa culturale".

Dopo di che il discorso fu abbandonato…

"Ricordo che a un certo punto si giunse a ipotizzare l’utilizzo dell’area come polo nautico, ma non si parlò più delle torri…".

Quando però saranno state abbattute, la memoria storica di quel sito industriale piano piano evaporerà…

"Io lancio un’idea e la riprendo da almeno due iniziative analoghe che sono state realizzate a Perticara e a Longiano…"

Musei fotografici?

"Esatto. Accanto al polo fotovoltaico si potrebbe realizzare una locale in cui esporre gigantografie della raffineria e dei suoi protagonisti fino all’attuale situazione, magari anche con video che ne raccontino la storia. Dicevo di Perticara dove una mostra-museo del genere è stata realizzata per le cave di zolfo e di Longiano, per la lavorazione della ghisa. Costerebbe ben poco e potrebbe essere a carico di chi realizzerà il parco fotovoltaico. Oltretutto il libero accesso al ‘museo’ permetterebbe ai ravennati di continuare ad avere il collegamento materiale con il sito che così, come dice il sindaco de Pascale, meglio ancora testimonierebbe il passaggio evolutivo da fonte energetica fossile a quella solare e pulita".

Una mostra-museo del genere è a Classe, nello zuccherificio…

"Già. La trasformazione di quello stabilimento in museo la volli io. E lì in una sala ci sono foto, storie e testimonianze del lavoro e della storia dello zuccherificio"

c.r.