+Il mercato degli affitti, a Ravenna come in gran parte delle città di una certa dimensione, non sembra più in grado di rispondere alle diversissime esigenze dei cittadini: il problema non è di oggi e a Ravenna si è fatto pesante negli ultimi anni, ma non solo e non tanto in relazione allo sviluppo dell’università e del turismo. Tutt’altro. Lo testimoniano i dati che emergono da un monitoraggio relativo al mercato degli affitti e delle vendite di immobili e che vede quest’ultima voce sormontare la prima di ben otto volte: circoscrivendo l’area di analisi ad alcuni chilometri oltre la periferia cittadina (e comprendendo anche Marina e Punta Marina), al 13 settembre le offerte di vendita di case, villette o appartamenti (parliamo di costruzioni non nuove) assommano a 674, mentre nella stessa area le offerte di affitto ammontano a 81 (quasi tutti gli appartamenti sono ammobiliati, anche quelli per affitti a lunga permanenza) e le offerte relative alle brevissime permanenze risultano (fra Airbnb e Booking) 80.
Sono dati che non fanno che confermare ulteriormente la tendenza a vendere anziché affittare dovuta soprattutto a tre fattori: necessità di liquido da parte dei proprietari, impossibilità a ristrutturare, propensione a evitare il rischio di inquilini morosi. A questa fotografia dell’esistente va aggiunto un altro dato, relativo al costo degli affitti (poi vedremo il dettaglio) nella provincia di Ravenna che, secondo i dati elaborati recentemente dal Sicet Cisl Romagna, fra il 2019 e il 2024 sono aumentati (è il dato più alto di tutta la Romagna) del 65,5 per cento passando da 9,60 euro al metro quadro a 15,80 a gennaio 2024 e a 24,20 ad aprile. Se a questa prima analisi si aggiungono alcune circostanze relative alle dimensioni degli appartamenti da affittare (molti i bi o trilocali) e alle richieste, ai paletti e ai divieti imposti dai proprietari (che evidentemente puntano anche a salvaguardare gli ambienti oltre che le entrate), emerge nettamente che a non trovare affitti a Ravenna sono soprattutto le famiglie e le persone a reddito basso, i lavoratori a tempo determinato e gli studenti (in attesa del futuro studentato all’isola San Giovanni) per i quali le offerte (con limitazioni) sono sette.
Vediamo le 81 offerte d’affitto, la stragrande maggioranza delle quali riguarda costruzioni risalenti di decenni e ristrutturate di recente; meno di una decina sono state edificate in questo secolo. Proprio per la loro vetustà, seppur ristrutturati, presentano classificazioni energetiche non elevate: 13 sono di classe G (peggior classe energetica), 10 in classe F, cinque in E, sei in D, nove in C, dieci in A (di cui una in A 4, migliore classe). Cinquantasette delle 81 offerte, riguardano affitti a lunga scadenza, nelle formule dei ‘minimo due anni’, quattro anni più quattro, tre anni più due, mentre il costo mensile, non sempre rapportato solo alla metratura (si tratta, ripetiamo, soprattutto di appartamenti arredati), varia da 410 a cinquemila euro. La fascia di prezzo con più offerte è quella dai 400 ai 600 euro: sono trentadue e riguardano monolocali da 42 metri, bilocali sui 60 metri, trilocali anche di 80 metri. Fra i 650 e i mille euro sono in offerta dieci appartamenti con dimensioni molto diverse a seconda se sono in centro storico o nel forese: si va da un monolocale da 50 metri in centro a quattro locali da 180 metri nel forese. Poi la fascia più alta compresa fra i 1200 e i 5mila euro: le offerte sono ben sedici e si va dai 1500 euro per una villetta da 191 metri (non arredata) in zona San Biagio, ai 1700 per 220 metri di una villetta con sei locali, arredati, sempre in zona San Biagio, ai duemila per un trilocale da 55 metri a Marina, ai 2.100 per una villetta da 140 metri in zona San Rocco, ai 2.500 per cinque locali da 277 metri in zona piazza della Resistenza e allo stesso prezzo per cento metri quadri in area via Vicoli, ai tremila euro per una villetta da 480 metri in zona ospedale, ai cinquemila euro per un ‘terratetto’ da 110 metri che può ospitare otto persone, in area Madonna dell’Albero. Diciassette offerte si riferiscono ad affitti temporanei, in genere della durata fra i due e i diciotto mesi, ma c’è chi impone anche un minimo di dodici mesi. Riguardano mono o bi-locali, ma anche quadrilocali. Fra i 560 e i mille euro mensili le disponibilità sono sei, oltre i mille euro sono dieci e si va dai 1200 euro per un quadrilocale da 103 metri a 1650 euro per un monolocale da 28 metri e ai duemila euro per uno da appena 42 metri.
Vediamo le offerte per gli studenti universitari. Sono sette e si riferiscono o a una stanza o a posti letto in appartamenti occupati o dai proprietari o da altri studenti. Il prezzo va da 245 euro per un posto letto in camera doppia per (rigorosamente) una studentessa ai 470 euro per una stanza, ai 670 per un trilocale ai 1.700 per un appartamento da 100 metri per più studenti. È richiesta una garanzia da parte dei genitori. Se letta al contrario, l’analisi testimonia i cambiamenti della società dove negli ultimi 40 anni il numero dei componenti la famiglia è ridotto al minimo, dove i single sono sempre più numerosi (basti dire che se negli anni 70 nei Prg di Ravenna era prevista una media di tre persone per nucleo familiare, nel Prg del 2003 il dato è dimezzato, a 1,40 con l’evidente conseguenza che a parità di popolazione occorrono più case/appartamenti ) e dove il mercato del lavoro porta a frequenti cambiamenti di sede e quindi di abitazione. Ma anche un’analisi, lo si è detto all’inizio, che fotografa un dato di cui beneficia solo la parte economicamente più robusta della società ravennate.
Carlo Raggi