
Un presidio dei lavoratori davanti all’azienda lo scorso aprile
Le lettere di licenziamento ai quindici dipendenti della Lega Costruzioni Apistiche Srl sono state inviate martedì, a conclusione di un percorso di salvataggio che contrariamente alle speranze non si è concretizzato. Così oggi il legale della storica azienda faentina, specializzata nel settore dell’apicoltura, convertirà la domanda di concordato in una richiesta di liquidazione giudiziale in proprio. Richiesta che sarà accolta e sulla base della quale probabilmente si procederà alla vendita del solo marchio, poi dei cespiti e infine delle rimanenze di magazzino. Di fatto il fallimento di un’azienda artigianale con quasi un secolo di storia.
Erano stati diversi i soggetti che si erano fatti avanti per rilevare la Lega. Nessuno però concretamente. Gli ultimi due, la cordata argentina e quella turca, avevano anche incontrato dipendenti e sindacati ma poi non si sono presentate all’asta fissata alla fine di gennaio scorso lasciando nel desolante silenzio della delusione più profonda chi fino all’ultimo ci aveva creduto davvero. Erano circa 45 i dipendenti prima della crisi di 7 anni fa, periodo in cui i bilanci avevano iniziato a far emergere le passività poi risultate incolmabili. "Sette anni in perdita – ha spiegato un dipendente con oltre 20 anni di anzianità in Lega –. Ci sono stati molti fattori che hanno contribuito a questo epilogo. Da un anno a questa parte eravamo fermi con la produzione perché il materiale non potevamo acquistarlo. Eppure gli ordini non sono mai mancati. C’è stato chi tra di noi ha cercato e trovato un’altra occupazione ma anche chi come me ha aspettato fino all’ultimo sperando che l’azienda fosse rilevata. Le aziende che erano venute a parlarci e che si erano dette interessate hanno avuto accesso ai bilanci, ai contatti di clienti e fornitori. Abbiamo aspettato per niente". C’è delusione tra i lavoratori: "I nostri prodotti erano davvero di qualità. In tutto il mondo le aziende del settore si sono messe insieme per superare la crisi, e noi che eravamo i migliori alla fine non ce l’abbiamo fatta". Ai dipendenti sono stati saldati tutti gli stipendi, e anche quello di febbraio sarà saldato, assicura il legale, nei primi giorni di marzo. Poi si ricorrerà alla disoccupazione mentre per il trattamento di fine rapporto si ricorrerà "al fondo di garanzia - spiegano dalla Cgil -. Il fallimento della Lega rappresenta la perdita di un patrimonio per tutto il territorio. Si tratta del peggiore epilogo che si potesse ipotizzare"."Per noi Lega, la ditta è sempre stata indistinguibile dalla famiglia e come tale è stata vissuta, con serietà ed entusiasmo, per tre intere generazioni - ha scritto la proprietà -. Nata nell’immediato dopoguerra dalla grande passione del nonno, ha portato il nostro nome nel mondo ed ha ottenuto unanime riconoscimento internazionale per la qualità del suo prodotto made in Italy, in un settore che è sì di nicchia ma che è nello stesso tempo anche globale. Abbiamo sempre riversato nell’azienda ogni nostra energia e reinvestito in essa, con convinzione, ogni risorsa. Purtroppo la crisi in cui si trova oggi il mondo dell’apicoltura, unitamente alla crescente e insostenibile difficoltà di mantenere viva un’attività manifatturiera tradizionale in Italia, rifiutando di delocalizzare all’estero, ha posto fine a questa avventura. Oggi è per noi un giorno molto doloroso, tuttavia conserviamo la soddisfazione di aver ben lavorato. Ringraziamo tutti gli apicoltori che in Italia e nel mondo ci hanno apprezzato e sostenuto in tutti questi lunghi anni e tutti i collaboratori preziosi che ci hanno accompagnato".
Damiano Ventura