
Il vistoso taglio al collo, vicino alla giugulare, riportato dal ragazzo
Ravenna, 17 luglio 2025 – Doveva essere un normale rientro a casa, dopo una giornata di lavoro. E invece si è trasformato in un incubo, con un taglio al collo, 15 punti di sutura e la consapevolezza di essere scampato per un soffio a qualcosa di molto peggio. È la storia di un ragazzo di 29 anni, ravennate, laurea magistrale alla Bocconi e già al lavoro a Milano, vittima di una brutale aggressione martedì sera alla stazione di Cesena.
Tutto inizia attorno alle 22.25. Il giovane viaggia a bordo di un Frecciarossa che avrebbe dovuto fermarsi a Forlì, dove lo stanno aspettando i genitori. Ma un guasto alla porta del vagone impedisce a lui e a un’altra passeggera di scendere. Il capotreno, avvisato dai due, decide allora di effettuare una fermata straordinaria a Cesena. I genitori, allertati dal figlio, si spostano di corsa da Forlì a Cesena.
Quando il treno si ferma, il ragazzo scende. Davanti a lui due uomini, probabilmente magrebini secondo il suo racconto, cercano di salire a bordo ma il capotreno li respinge: “È una fermata straordinaria, qui non si sale”. In quel momento, forse accecati dalla rabbia, di certo dall’alcol, i due si scagliano verbalmente contro il giovane: per loro è lui il responsabile della mancata salita. Volano insulti e minacce, la situazione si fa subito pesante. Provvidenziale è l’intervento di un gruppo di operai delle ferrovie, presenti in stazione per lavori notturni. Si mettono in mezzo, tentano di allontanare i due aggressori e uno di loro si offre di scortare il ragazzo fuori dalla stazione. Ma pochi metri dopo, il peggio: uno degli stranieri lo colpisce di spalle con un collo di bottiglia, squarciandogli la pelle appena sotto al mento. “Un colpo un po’ più in basso, alla giugulare, e non ci sarebbe stato niente da fare”, racconta il padre, ancora sconvolto.
Il ragazzo, frastornato, non realizza subito la gravità della ferita. Cerca di camminare, si trascina con le borse in mano. Un calcio, poi cade a terra. L’intervento degli altri operai scongiura il peggio. I due aggressori si danno alla fuga, uno scappa subito, l’altro approfitta della confusione per far perdere le tracce. Il giovane viene trasportato al Bufalini di Cesena: quindici punti di sutura, ventuno giorni di prognosi, un taglio netto e circolare, “a forma di bottiglia”.
Il padre è categorico: “Un episodio senza senso, mio figlio è sempre stato un ragazzo con la testa sulle spalle, sempre con i libri in mano, mai avuto problemi. L’unica sua ‘colpa’ è stata scendere dal treno”. In queste ore la famiglia sta valutando la denuncia formale, mentre dalla questura di Ravenna gli hanno consigliato di rivolgersi alla Polfer di Forlì, competente per accedere alle immagini di videosorveglianza con maggiore rapidità.
“Siamo frastornati – conclude il padre –, non si può vivere nel terrore per tornare a casa. Dalla polizia locale di Cesena ci hanno confermato che la zona è pericolosa e i ’personaggi’ sono sempre gli stessi. Questa volta è toccato a nostro figlio. E per pochi centimetri non ci siamo trovati a raccontare una tragedia”.