ROBERTA BEZZI
Cronaca

Pietro De Carli presenta 'Un pianeta per tutti': demografia e sostenibilità a Ravenna

Il nuovo libro di Pietro De Carli esplora l'impatto demografico ed economico sull'ambiente. Presentazione a Ravenna.

Il nuovo libro di Pietro De Carli esplora l'impatto demografico ed economico sull'ambiente. Presentazione a Ravenna.

Il nuovo libro di Pietro De Carli esplora l'impatto demografico ed economico sull'ambiente. Presentazione a Ravenna.

Si intitola ‘Un pianeta per tutti. L’impatto umano sulla terra’ (WritersEditor), l’ultimo libro del ravennate Pietro De Carli, già autore di saggi sulla storia del movimento cooperativo e sulla sua esperienza nell’Africa subsahariana e in Afghanistan nel coordinamento di progetti di emergenza umanitaria. Questa volta si concentra su temi di grande attualità quali demografia, economia e sostenibilità ambientale. Il libro sarà presentato venerdì alle 17.30, alla sala Spadolini della biblioteca Oriani di Ravenna. Presenti, oltre all’autore, il direttore della biblioteca Alessandro Luparini, il presidente del Circolo Cooperatori Giovanni Monti, la geografa Wilma Malucelli e l’ex procuratore del tribunale penale internazionale per il Ruanda Silvana Arbia (in video conferenza).

Come le è venuta l’idea di un libro che parla di variazioni demografiche?

"Mi ha sempre attratto la possibilità di approfondire gli aspetti che lasciano in ombra la complessità, il contesto e le cause che li hanno determinati. Grazie ai decenni vissuti in aree più povere del mondo, ho colto la diversità e l’importanza delle condizioni materiali di vita delle popolazioni. Di qui l’interesse per i dati demografici correlati allo sviluppo economico e all’impatto che esercitano sul patrimonio naturale che dovremmo preservare per le generazioni che verranno".

Il libro contiene numerosi dati. Come ha scelto le sue fonti?

"La lettura di testi, a partire dai classici come il ‘Saggio sul principio delle popolazioni’ di Thomas Malthus del 1798, e lo studio di dati statistici è il modo migliore per avvalorare le riflessioni esposte nel libro. Ad esempio, di fronte al calo di natalità dei Paesi più ricchi, ci si dimentica della esplosione demografica che avviene nel resto del mondo dominato dalla povertà, restringendo l’orizzonte per la comprensione del problema nel suo insieme".

Il dato più eclatante è quello riguardante la quintuplicazione della popolazione mondiale nell’ultimo secolo. Come ci siamo arrivati?

"Nell’arco di un millennio, fino al 1900, la popolazione mondiale era passata da 310 milioni a 1,6 miliardi, mentre in poco più di un secolo, dal 1900 al 2020, è quintuplicata passando da 1,6 a 8 miliardi. Una esplosione demografica dovuta alla trasformazione dell’economia da agricola a industriale, all’abbandono delle campagne e alla concentrazione degli abitanti nei centri urbani, che ha influito sui costumi sociali, mentre nelle aree più povere del mondo continuano a dominare costumi ancestrali discriminatori nei confronti delle donne che influiscono sull’elevato tasso di natalità".

Continueremo a crescere nel mondo?

"Se questa tendenza dovesse moltiplicarsi com’è avvenuto nel secolo scorso, si porrebbe un problema di sostenibilità, di densità demografica e di impatto sull’ambiente, con effetti collaterali crescenti di cementificazione del territorio, deforestazione, diminuzione della superficie agraria coltivabile, crisi climatica e fenomeni meteorologici sempre più diffusi provocati dall’eccessivo inquinamento atmosferico".

Una riflessione sull’Italia che, invece, subisce un costante calo demografico...

"Ci si chiede come mai le giovani generazioni non fanno figli, ma ci si dimentica della emigrazione di 6,5 milioni di connazionali, per lo più giovani diplomati e laureati, costretti ad abbandonare il nostro Paese alla ricerca di un lavoro più dignitoso. Una ‘fuga di cervelli’ che procura un danno stimato in 134 miliardi di euro alla nostra economia nazionale. Se ci si fosse posto il problema di intervenire sulle cause di questa emorragia inarrestabile, non avremmo un calo di natalità".

Come si può garantire ‘Un pianeta per tutti’?

"L’impetuoso sviluppo economico e tecnologico ha accentuato le disuguaglianze e poiché l’esplosione demografica avviene nelle aree più povere del mondo, dove i diritti di genere sono brutalmente repressi, i grandi della terra dovrebbero smetterla di dilapidare ingenti risorse nella escalation distruttiva delle guerre, utilizzandole per combattere la povertà. Solo con il miglioramento delle condizioni di vita è possibile affermare maggiori diritti umani e civili, compresi quelli che riguardano le discriminazioni nei confronti delle donne. È l’unico rimedio per una maternità non imposta, ma razionale, libera e consapevole".