
Un'aula di tribunale
Ravenna, 25 febbraio 2023 – Qualche voto in più alla laurea? Il sogno di tanti studenti è diventato realtà ma è anche costato caro a un professore e avvocato 45enne dell’Avellinese, aspirante supplente al liceo scientifico ‘Oriani’ di Ravenna, finito a processo con l’accusa di falso. A scoprire il ‘ritocco’ del voto di laurea indicato in autocertificazione per l’inserimento nelle graduatorie scolastiche ravennati è stato il dirigente Gianluca Dradi che ieri in tribunale, davanti al giudice Tommaso Paone, è stato chiamato a testimoniare per l’accusa, rappresentata dal viceprocuratore onorario Simona Bandini. Dradi, che all’epoca dei fatti tra l’agosto e l’ottobre 2020 era dirigente dello Scientifico, ha spiegato delle nuove modalità di inserimento nelle graduatorie provinciali e di istituto. E dell’"onere dei dirigenti con cui si stipula il primo contratto di lavoro delle verifiche sulle autocertificazioni" che portano al punteggio che determina la posizione nelle graduatorie. "Ricordo che l’imputato aveva mentito sul voto di laurea: questo gli garantiva una decina di punti in più rispetto a quelli meritati e così sopravanzava in graduatoria di 28 posizioni rispetto al giusto". Dradi ha anche raccontato di avere "informato l’Ufficio scolastico provinciale del disallineamento" e di avere avuto "l’onere della segnalazione in Procura". Il legale che difende l’imputato, l’avvocato Generoso Pagliarulo, ha chiesto a Dradi della procedura telematica per l’inserimento nelle graduatorie scolastiche, a cui si poteva accedere solo con credenziali o tramite Spid (Sistema pubblico di identità digitale).
Su questo l’imputato ieri in aula ha dichiarato: "Non ero bravo, così feci riferimento a un collega a cui lasciai i miei codici di accesso per inoltrare la domanda per me. Quando il dirigente del liceo scientifico Oriani mi chiamò, poi, mi presentai alle 8 da Avellino. Dopo un mese venne fuori la faccenda e ci fu la risoluzione del contratto, poi arrivò il decreto penale di condanna e io mi sentii male. Tempo 8 o 9 giorni e mi chiamarono da un altro istituto di Ravenna: io raccontai della cosa, dissero che sapevano ma che il posto toccava a me e firmai il nuovo contratto. Mi scuso per l’errore che non era mia intenzione fare, ci sono rimasto malissimo". Il collega dell’imputato, un 38enne dell’Avellinese chiamato come testimone della difesa, ha raccontato di aver provveduto alla compilazione della domanda per l’amico che "mi chiese aiuto". "Dopo aver terminato la mia – ha spiegato –, la feci per lui. Il mio voto di laurea è 100 e quindi forse quando è stato il momento di indicare il voto di laurea nel computer, è uscito fuori 103 anziché 83". Un ‘ritocco’ di venti centodecimi che ha fatto fare un balzo in graduatoria al professore avvocato avellinese di quasi trenta posizioni, aggiudicandosi la supplenza. Un sogno terminato con l’invio del vero voto di laurea da parte dell’Università Federico II di Napoli al dirigente Dradi, che ha portato alla risoluzione del contratto e al processo per falso.