
Da sinistra Carlo Raggi con Andrea Degidi, capocronista del Resto del Carlino di Ravenna (Fotoservizio Stefano Tedioli)
Faenza (Ravenna), 21 giugno 2025 – È salito sul palco emozionato. Colto di sorpresa perché nessuno glielo aveva detto. E quando gli hanno messo il microfono in mano ha fatto fatica a spiccicare parola, lui che le parole le maneggia da sempre, con competenza. Così, alla fine dell’evento per i 140 anni del Carlino Faenza, c’è stato anche un attimo per premiare chi al Carlino ha dedicato (e dedica) grandissima parte della propria vita, Carlo Raggi, storico cronista dell’edizione di Ravenna, Faenza, Lugo.
A lui il vicedirettore Valerio Baroncini ha donato la prima pagina storica e il Carlino d’oro, come riconoscimento per l’attività di tutti questi anni, dove si è occupato di casi scottanti come la tragedia della Mecnavi. la strage di Bagnara e molti altri ancora."Iniziai nel 1966, avevo ancora in pantaloni corti – ha ricordato Carlo, visibilmente commosso –. Scattavo le foto, poi cominciai a scrivere e a metà degli anni Settanta mi sono ritrovato nella redazione del Carlino a Ravenna". E lì Carlo ha dedicato 35 anni alle inchieste giudiziarie, sempre però dando un risvolto umano alle storie che seguiva, "perché anche i protagonisti della cronaca nera più dura sono persone", disse una volta. In pensione dal 2012, Carlo non ha mai smesso di scrivere. Durante i giorni dell’alluvione ha battuto palmo a palmo la sua Faenza e non solo, il 20 settembre del 2024 era ai piedi del ponte di Boncellino, nella Bassa Romagna, a documentare l’emergenza del corso del fiume ostruito dall’enorme quantità di legname portato a valle. "Ho sempre scritto e lo faccio ancora – ha spiegato ieri –, anche perché mi diverto".