Troppi molossoidi al canile: "I più passano tutta la vita nel box"

Circa la metà dei 90 cani presenti nella struttura fa parte di questa categoria, frutto di rinunce dei proprietari "Vengono fatti riprodurre per guadagnare sulla vendita dei cuccioli a persone che non sanno come gestirli".

Troppi molossoidi al canile: "I più passano tutta la vita nel box"

Troppi molossoidi al canile: "I più passano tutta la vita nel box"

Dei novanta cani che in media vengono ospitati dal canile comunale, la metà circa difficilmente troverà qualcuno disposto ad adottarli perché, spiega Roberta Benigno, veterinaria e referente per il Comune della struttura, "si tratta di esemplari di grossa taglia, maschi, per lo più molossoidi, pitbull, rottweiler, dogo, corsi". Sono frutto di rinunce da parte dei proprietari che non essendo in grado di gestirli li portano a noi. "La loro presenza nel canile comporta diverse difficoltà – prosegue Benigno – perché non solo devono essere collocati in box da soli, spesso non possono stare neanche vicini, quindi bisogna alternarli o creare degli spazi cuscinetto. Per questo i posti effettivi della struttura, 120 in tutto, non corrispondono a quelli che si possono realmente utilizzare".

Nel 2023 le rinunce accolte dal canile sono state cinque, ma le richieste erano state quasi tre volte di più, tredici. "Accogliamo le richieste – osserva Roberta Benigno – in base ai posti disponibili. Anche perché nel 2023 sono entrati tantissimi cani purtroppo senza microchip, recuperati in giro e di fatto senza proprietario. Non seguono l’iter della rinuncia ma rimangono comunque all’interno del canile. Quello della mancanza di microchip è un fenomeno in aumento, consente di abbandonare un cane senza grandi difficoltà ed è impossibile essere rintracciati, mentre il canile è obbligato ad accogliere i cani vaganti".

Le rinunce accolte negli anni scorsi erano state di più: sedici nel 2021 e 20 nel 2022. "In passato – prosegue – c’era più posto. Ci sono le liste d’attesa per chi chiede di rinunciare al proprio cane e chi ha esemplari ‘difficili’ può aspettare anche un anno, per gli altri i tempi sono molto più brevi. Il fenomeno della rinuncia ai molossoidi è in aumento, questi cani vengono fatti riprodurre dai proprietari che guadagnano con la vendita dei cuccioli a persone che quasi sempre non hanno idea di come tenerli. L’anno scorso sono arrivati quattro pitbull a cui i proprietari avevano rinunciato ed erano tutti fratelli. Sta diventando un problema sociale e di sicurezza, oltre al fatto che non è giusto costringere questi cani a trascorrere la loro vita in un box di pochi metri quadrati, perché è quello che accade nella maggior parte dei casi. Ce ne sono alcuni in canile da anni. In altri Paesi, come la Francia, è stato introdotto per legge il divieto di riproduzione, bisognerebbe intervenire anche in Italia, se non altro obbligando chi li acquista a denunciarli. Se la situazione dovesse permanere o peggiorare potrei considerare in futuro di proporre la soppressione per quei cani irrecuperabili, quelli cioè che anche dopo percorsi mirati rimangono ingestibili e sono destinati a trascorrere la vita in un box".

Diversa la situazione per tutti gli altri cani, quelli cioè che non sono considerati pericolosi. "Vengono adottati con facilità – assicura la referente del Comune per il canile –, anche quelli di taglia grande". I dati evidenziano un leggero calo dovuto, sottolinea ancora Benigno, al fatto che "sono diminuiti i cani adottabili, perché sono anziani, per la mole e per altre caratteristiche". Nel 2021 ne sono stati adottati 36, nel 2022 invece 29, l’anno scorso 25. Il canile comunale è gestito dalla cooperativa Pieve attraverso un contratto triennale rinnovato a maggio, al suo interno lavorano cinque operatori, sono presenti un veterinario e un addestratore. Sono inoltre attive con i loro volontari le associazioni Enpa e Clama. L’associazione Amici degli animali si occupa invece del recupero dei cani vaganti.

Annamaria Corrado