Un lavoro infinito: "Sei anni di restauri. Su ogni muro affioravano dipinti"

Palazzo Guiccioli, Ada Foschini ha seguito l’opera di recupero: "Abbiamo dovuto eliminare svariati strati di intonaco con estrema attenzione" .

Ravenna, 20 aprile 2024 – Quando iniziarono a metterci mano, palazzo Guiccioli era una struttura di 2200 metri quadrati in profondo abbandono. Le stanze erano piene di guano e i soffitti pericolanti. Il restauro è stato lungo, laborioso e costoso ma alla fine ne è valsa la pena. Il lavoro è stato condotto sotto la direzione di Aurea progetti Ravenna per il recupero dell’edificio e la sua funzionalizzazione e dal Laboratorio del Restauro di Ravenna per il recupero dei cicli decorativi e dei pavimenti. Ada Foschini è da sempre ’l’anima’ del Laboratorio del Restauro.

Un lavoro infinito: "Sei anni di restauri. Su ogni muro  affioravano dipinti"
Un lavoro infinito: "Sei anni di restauri. Su ogni muro affioravano dipinti"

Foschini, che lavoro è stato l’intervento a Palazzo Guiccioli?

"È stato un restauro della conoscenza, non dell’alchimia, attraverso le indagini stratigrafiche per capire i cicli decorativi. È un po’ il sogno di ogni restauratore perché su ogni muro emergevano dipinti diversi in tutte le sale. Alcune cose ci vedevano già, ma in condizioni pietose".

Quale parte del palazzo l’ha colpita di più?

"Tutto il palazzo è stato di straordinario interesse ma il piano nobile, quello realmente abitato da Byron, è ancora più ricco come effetto scenografico; il momento neoclassico è evidente". C’è la mano di Felice Giani?

"Ci sono buone probabilità che sia venuto lo stesso maestro. Ma di sicuro c’è tutta la sua scuola. In particolare una sala può essere ricondotta a Giani data la sua raffinatezza".

Una committenza raffinata, quindi…

"Sì, nei palazzi importanti venivano chiamati sempre i migliori pittori sulla piazza. Era segno di opulenza far lavorare pittori importanti".

Come avete lavorato?

"Abbiamo dovuto eliminare svariati strati di intonaco con estrema attenzione. Del resto, era passato di tutto da quelle sale e spesso si intonacava; e se è vero che gli intonaci proteggono è anche vero che quelli con la calce sono corrosivi e danneggiano le eventuali pitture sottostanti".

Quanto è durato il restauro?

"I primi sondaggi li abbiamo fatti nel 2012 oer riuscire a realizzare il progetto da presentare alla Soprintendenza. Poi c’è stata la gara d’appalto per l’aggiudicazione dei lavori che poi sono iniziati nel 2014. Ci sono voluti quasi 6 anni ma c’è stata di mezzo la pandemia".

Quante persone lavoravano in cantiere?

"Mediamente dalle 6 alle 8 persone in cantiere. Tutti restauratori qualificati, più alcuni stage con ragazzi dell’università. Ma era un affiancamento".

g.c.