False analisi sull’amianto: indagati cinque dipendenti Arpa

Reggio Emilia: omisero di denunciare i risultati delle analisi di scarti edili. C’è un sesto denunciato. Perquisizioni e sequestri in vari uffici e laboratori pubblici e privati tra Emilia e Veneto. Arpa: “Piena collaborazione”

La presenza dell'amianto nei rifiuti edili non è stata comunicata al termine delle analisi

La presenza dell'amianto nei rifiuti edili non è stata comunicata al termine delle analisi

Reggio Emilia, 9 aprile 2024 - Sei indagati, tra cui cinque dipendenti pubblici di Arpae (l'agenzia regionale per la protezione dell'ambiente) di Reggio Emilia, accusati di aver falsificato le analisi per nascondere all'autorità giudiziaria la presenza di amianto nei rifiuti edili provenienti da un impianto sotto sequestro nella Bassa Reggiana.

L'inchiesta è diretta dal procuratore capo Calogero Gaetano Paci e condotta dai carabinieri del Niipaf (il Nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale) di Reggio, col supporto dei colleghi di Modena, Parma e Verona. Una ventina di militari hanno eseguito perquisizioni e sequestri in uffici e laboratori pubblici e privati tra l'Emilia e il Veneto.

Secondo quanto ipotizzato dagli inquirenti, gli indagati, in concorso tra loro (che devono rispondere di falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici) avrebbero deliberatamente depennato la presenza di amianto dai risultati delle analisi relative a diversi campioni di rifiuti, prelevati ai fini delle analisi delegate dall’autorità giudiziaria alla stessa Arpae e provenienti da un sito nella Bassa Reggiana appartenente a una società con sede legale nel Veronese.

L'intero impianto era stato messo sotto sequestro alla fine del 2022 perché i rifiuti da costruzione e demolizione trattati per la produzione di aggregato riciclato per l’edilizia, erano stati considerati pericolosi dagli inquirenti. L’agenzia regionale era quindi stata incaricata dall’autorità giudiziaria dell’analisi dei rifiuti e della ricerca dell’eventuale presenza di amianto.

Ma i risultati positivi degli accertamenti di Arpae sarebbero stati parzialmente occultati e la presenza di amianto non è stata comunicata alla polizia giudiziaria, fino a quando è stata scoperta dagli investigatori, anche grazie alle informazioni rese da alcuni dipendenti della stessa agenzia.

Arpa: piena collaborazione

"Piena collaborazione con l'autorità giudiziaria, in attesa della verifica della correttezza della metodica utilizzata". Lo fa sapere Arpae, l'agenzia regionale per la protezione dell'ambiente in merito all'inchiesta. L'indagine ha portato ad alcune perquisizioni nelle sedi Arpae di Reggio Emilia e Ravenna venerdì scorso. "L'agenzia ha prestato immediata e piena collaborazione agli organi inquirenti agevolando l'acquisizione di tutta la documentazione richiesta - recita la nota di Arpae - Premesso che si tratta di un procedimento ancora nella fase delle indagini preliminari nel quale devono essere fisiologicamente effettuati tutti gli accertamenti necessari per verificare eventuali profili di responsabilità, si evidenzia che, da quanto è desumibile dalla documentazione allo stato disponibile, la questione fondamentale oggetto di approfondimenti è rappresentata dalla valutazione dell'"assenza" di fibre di amianto nei campioni di materiale analizzato, sulla base della normativa tecnica di riferimento". A tal riguardo "è opportuno rappresentare - conclude Arpae - come gli operatori dell'Agenzia abbiano applicato metodiche analitiche accreditate, riconosciute dagli organismi scientifici nazionali, per considerare l'assenza di amianto. Tali aspetti tecnici verranno richiamati nelle sedi dovute. Arpae continuerà a prestare la dovuta collaborazione all'autorità giudiziaria, sul cui operato ripone la massima fiducia".