GABRIELE GALLO
Cronaca

Bimbi disabili, i genitori: “Discriminati”. Le istituzioni: “Fondi limitati, ma siamo inclusivi”

Reggio Emilia, il direttore Nando Rinaldi risponde alle lettere di protesta delle famiglie: “Facciamo il possibile e cerchiamo di ampliare i momenti di integrazione"

Problemi per i bimbi disabili nei nidi e nelle scuole dell'infanzia reggiane

Problemi per i bimbi disabili nei nidi e nelle scuole dell'infanzia reggiane

Reggio Emilia, 30 aprile 2024 – Campi estivi e attività extra anno scolastico degli asili nido e Scuole dell’Infanzia dei comuni del reggiano, negate a moltissimi bimbi disabili che ne fanno richiesta. Per ragioni economiche o legate ai requisiti d’accesso. Sulla scorta del duro intervento della mamma Sara Balotta sul Carlino di ieri, e dei genitori di un bimbo di 4 anni sulle pagine odierne, prova a dare una risposta (in merito ai Nidi e alle Scuole dell’Infanzia di Reggio, perché sui centri estivi, gestiti da enti privati, il Comune non ha giurisdizione) il direttore dell’omonima Istituzione, Nando Rinaldi.

Rinaldi, perché non è possibile accogliere le istanze di queste famiglie?

"Il prolungamento nel mese di luglio dell’apertura dei Nidi e delle Scuole dell’Infanzia ha il carattere di straordinarietà. Quindi vi sono meno strutture aperte per questo servizio e meno posti a disposizione".

Nel dettaglio?

"Sette plessi tra nidi e scuole dell’infanzia, con 646 posti: 322 per i piccoli fino a 3 anni, 324 da 3 a 6; riservati a chi già frequenta le nostre scuole durante l’anno poi, se restano posti, una quota va agli alunni delle materne statali e di quelle Fism, purchè abbiano fratelli in quelle del Comune o convenzionate".

E di solito rimangono disponibilità?

"Di norma no. Nel 2023 anzi erano rimasti fuori, formando liste di attesa, più del 30% dei richiedenti, sia nei nidi che nelle materne. Quest’anno stiamo ancora verificando tutte le domande, dato che le iscrizioni si sono chiuse il 28 aprile".

Le famiglie che ci hanno scritto si lamentano in particolare del fatto che hanno priorità le famiglie dove entrambi i genitori lavorano e non chi è portatore di disabilità.

"Questi ultimi hanno priorità per l’iscrizione nel periodo normale, da settembre a giugno".

Ma molti genitori non lavorano perché fanno i care-giver per il figlio.

"Capisco e comprendo, mi creda; ma con le risorse che abbiamo non è possibile accontentare tutti. Abbiamo comunque suggerito a tutte le nostre famiglie di fare domanda, per il caso in cui restassero posti disponibili, quindi anche a coppie dove entrambi lavorano".

Il Comune può intervenire in qualche modo?

"Cercheremo di stanziare qualche fondo, come avviene attraverso Officina Educativa per la fascia 6-14 anni, per dare un contributo alle famiglie per sostenere i costi di un educatore nelle strutture private".

Si può fare altro?

"C’è un progetto della Regione chiamato ’conciliazione Vita-Lavoro’ che eroga dei ristori per le attività estive, comunali e private, per chi ha Isee sotto i 24mila euro e senza limite per chi ha figli con disabilità".

In prospettiva futura sarà possibile da parte dell’Istituzione destinare maggiori fondi anche per le attività estive, così da consentirne a tutti l’accessibilità?

"Il tema lo abbiamo ben presente, considerando l’aumento vertiginoso, per esempio, delle diagnosi di autismo. Ci stiamo impegnando per aumentare l’offerta, ma anche il Governo deve intervenire. Quest’anno pare venga rifinanziato il fondo apposito; ma 60milioni di euro per tutta l’Italia sono pochissimi".