L’ex prete denuncia il fratello: “Mi rubò una reliquia di Padre Pio”. Rinviato a giudizio

Achille Melegari, parroco di Cella fino al 2017, porta a processo Alberto. È accusato di aver trafugato un quadro coi frammenti insanguinati di un saio del Santo regalati alla moglie dalle suore di clausura che testimonieranno

Il quadro con tanto di certificato di autenticità contenenti una pezzuola intrisa di sangue e alcuni frammenti del saio del frate di Pietrelcina diventato Santo. Nel tondo l’imputato Alberto Melegari, fratello dell’ex sacerdote

Il quadro con tanto di certificato di autenticità contenenti una pezzuola intrisa di sangue e alcuni frammenti del saio del frate di Pietrelcina diventato Santo. Nel tondo l’imputato Alberto Melegari, fratello dell’ex sacerdote

Reggio Emilia, 28 marzo 2024 – Una storia tra sacro e profano quella che è sfociata in tribunale a Reggio. Un’inestimabile reliquia di Padre Pio, una copia del testamento, un bracciale d’oro e una medaglia al valor militare. Che secondo Achille Melegari – parroco dell’unità pastorale di Cella, Cadè e Gaida fino al 2017 quando ha lasciato l’abito talare – sono stati rubati dal fratello maggiore Alberto, 69 anni, residente a Quattro Castella, denunciato ai carabinieri sei anni fa. Una vicenda che ora è finita a processo, con un rinvio a giudizio per furto.

Stando alle accuse – dopo che l’ex sacerdote 64enne, si è sposato con Gerardina Bellassai, 63 anni, nota in città per essere stata a lungo la leader reggiana dei volontari di strada City Angels – il fratello Alberto si sarebbe ‘intrufolato’ nell’abitazione (di cui in realtà era comproprietario) trafugando da un cassetto di una scrivania di Achille una serie di oggetti. In primis un quadro contenente una pezzuola intrisa del sangue di Padre Pio e due frammenti del saio del Santo, tutto donati nel 2015 alla moglie Bellassai dalle suore di un convento di clausura (che usciranno eccezionalmente dal loro monastero nella prossima udienza fissata a settembre per venire a testimoniare, come richiesto dall’avvocato Giacomo Fornaciari che assiste le parti offese).

Ma anche una copia del testamento di Achille (l’originale è ancora custodito in curia, atto di cui i sacerdoti sono obbligati a depositare durante la loro missione pastorale) che da quando si è unito in matrimonio ha visto cambiare tutta la successione ereditaria. Non solo. Era stato portato via anche un bracciale d’oro e una medaglia al valor militare del nonno dei Melegari. Dietro al furto – sempre secondo le accuse – ci sarebbe una storia di presunti ricatti che sarà approfondita a processo.

Dopo la denuncia, i carabinieri andarono a casa di Alberto che riconsegnò loro gli oggetti del contendere per la restituzione ai legittimi proprietari. L’inchiesta – coordinata dal pm Laura Galli – si è conclusa il 13 febbraio scorso con un decreto di citazione a giudizio davanti al giudice monocratico Francesca Piergallini per un’udienza predibattimentale, come da nuova riforma Cartabia. Valutati favorevolmente i presupposti per aprire il processo, martedì scorso si è tenuta la prima udienza con il giudice Matteo Gambarati che ha rinviato a giudizio Alberto, difeso dall’avvocato Ettore Ponno del foro di Modena.