DANIELE PETRONE
Cronaca

Maltrattata dall’ex marito: "Ma costretta a pagare la perizia che lo ha accertato"

Il paradosso della sentenza civile che ha sancito il risarcimento danni per la vittima di violenze. Lo sfogo della donna: "Mi sono sentita ferita e umiliata psicologicamente un’altra volta".

Manifestazione contro la violenza sulle donne (foto di repertorio)

Manifestazione contro la violenza sulle donne (foto di repertorio)

Bologna, 14 dicembre 2023 – Costretta a pagare una perizia che ha accertato i maltrattamenti da lei stessa subiti. Una paradosso giudiziario che vede protagonisti una donna e l’ex marito. Quest’ultimo, dopo un’odissea processuale iniziata dodici anni fa è stato condannato in via definitiva, in sede penale, ad oltre due anni (calcolo complicato tra ricorsi e controricorsi, prescrizioni, derubricazioni e depenalizzazioni di reato), per le accuse di violenza sessuale e stalking.

La vittima però ha voluto chiedere, in sede civile, il risarcimento dei danni. Una causa vinta a tutti gli effetti, col tribunale di Reggio che ha quantificato la somma in novemila euro.

C’è un però. Nella sentenza emessa dal giudice Francesca Malgoni il 15 novembre scorso, nel computo delle spese di lite e di compensazione, si legge che "le spese di Ctu, liquidate con separato decreto, definitivamente a carico solidale delle parti, nella quota di 23 al convenuto e di 13 quanto all’attrice nei rapporti interni", recita il verbale.

Tradotto: il costo della perizia stilata dal consulente tecnico superpartes (nominato dal tribunale), volta ad accertare i danni di natura psicologica per le violenze subite – acclarati con una percentuale del 9%, stimando un danno attorno ai ventimila euro – dovrà pagarla in parte anche la vittima. Mille euro lei e duemila a carico dell’ex consorte.

"Mi sono sentita ferita, addolorata, umiliata e violentata psicologicamente un’altra volta. Soprattutto perché il giudice è una donna – commenta la vittima della quale manteniamo l’anonimato per ovvie ragioni di tutela, essendo stata maltrattata –. Oggi ci si riempie tanto la bocca sui femminicidi e poi noi donne non veniamo tutelate dalla legge dello Stato. Non è questione dei mille euro anche se potrebbe pure esserlo. Se fossi una donna in difficoltà economiche? Se passasse il messaggio che questa sentenza è giusta, non incentiverebbe certo le donne a denunciare abusi e violenze. Già raccontarlo è un passaggio complicato, se poi si rischia persino di dover pagare per qualcosa che si ha subito... Non ci siamo, ma spero che questo mio sfogo serva a qualcosa".

"Il giudice fa i suoi calcoli e decide ciò che vuole nel computo delle compensazioni. Le sentenze vanno rispettate, ma a mio parere questa è sbagliata. Sembra un accanimento nei confronti della vittima che ha avuto ragione sia in sede penale sia in sede civile. Tra l’altro la perizia è stata disposta dal giudice, non dalla mia cliente... – spiega l’avvocato che preferisce non e comparire – perché non mi piace sparare addosso mediaticamente a un giudice. Dirò ciò che penso in aula".