Nato morto a otto mesi a Reggio Emilia, è bufera

Durissimo attacco del sindaco Enrico Bini: “Chiudere il punto nascite fu una scelta sbagliata. Non si può ragionare di servizi sanitari in termini di budget. Carlo Boni, pediatra e capogruppo di maggioranza: "Non è stato possibile perché a Castelnovo è stata chiusa ostetricia. Questo è quanto. Il resto è un’offensiva arrampicata sugli specchi"

Un neonato (foto d'archivio)

Un neonato (foto d'archivio)

Castelnovo Monti (Reggio Emilia), 22 maggio 2023 – “Il triste evento lo dobbiamo all’imperdonabile errore che ha portato alla chiusura del ‘punto nascite’ di Castelnovo Monti, per arrivare a Reggio in ambulanza ci vuole un’ora".

AGGIORNAMENTO: Inchiesta in Procura

È la prima considerazione che fa il medico pediatra dottor Carlo Boni, capogruppo di maggioranza nel Consiglio comunale di Castelnovo Monti, con la delega alla salute. Boni si riferisce al doloroso caso di una madre che ha perso il bambino all’ottavo mese di gravidanza, un tragico evento di cui abbiamo dato notizia sul Carlino di ieri. E alui si aggiungono le parole, altrettanto dure del sindaco di Castelnovo Monti, Enrico Bini: “A nome di tutta la maggioranza, esprimo pieno appoggio a quanto affermato pubblicamente dal capogruppo e medico pediatra Carlo Boni: la chiusura del Punto nascite resta una ferita non sanata per il nostro territorio, e un caso come quello che si è verificato non fa che riaprirla in modo estremamente doloroso, tanto più a fronte delle promesse, ribadite in più occasioni, di una riapertura del servizio”.

"Comprendiamo – aggiunge il sindaco – che nel mezzo tra quelle promesse e il presente c’è stata una pandemia che nessuno poteva prevedere, ma ora la pandemia è superata, chiediamo all’Ausl e alla Regione di riprendere in mano il tema con serietà e senso di responsabilità: non è pensabile ragionare di servizi sanitari in termini di budget, taglio dei costi, riduzione del personale. Non quando si parla della vita delle persone e della sopravvivenza di un territorio. Quello che è accaduto nei giorni scorsi, ma anche altri episodi precedenti solo per fortuna conclusi senza conseguenze drammatiche, dimostrano che la chiusura del punto nascite non ha portato alle previste condizioni di sicurezza per partorienti e neonati, anzi. La scelta fu sbagliata, su questo ormai concordano tutti, quindi è ora di rimediare a quell’errore”.

Non condivide il dottor Boni, anzi trova assurde le giustificazioni date sul caso specifico dalla Direzione Asl di Reggio, in quanto proprio lui, medico che vive ed esercita la professione di pediatra sul territorio dell’Appennino, conosce più di ogni altro le difficoltà oggettive, le preoccupazioni e le paure che a volte vivono le gestanti per le distanze dai servizi.

“Le precisazioni della Ausl sul nato morto di 35 settimane, dopo il trasferimento della madre portata in ambulanza con urgenza a Reggio – precisa il dottor Boni - meritano alcune considerazioni. Ecografia e cesareo urgenti con tutta evidenza andavano fatti subito, non dopo un’ora di trasporto in ambulanza. Procedure peraltro più volte eseguite in passato nel nostro ospedale della montagna con il risultato di non perdere una giovane vita. Questo non è stato possibile perché a Castelnovo Monti non c’è più il reparto e neppure il personale che avrebbe potuto farlo. Questo il fatto. Il resto è inutile e offensiva arrampicata sugli specchi".

Da anni l’ospedale S.Anna è al centro delle polemiche per la chiusura di ostetricia
Da anni l’ospedale S.Anna è al centro delle polemiche per la chiusura di ostetricia

Le giustificazioni tecniche in relazione anche alle statistiche, in questo caso interessano poco al pediatra Boni che aggiunge: "Il triste evento non fa che sottolineare l’imperdonabile errore di chiudere il punto nascite a Castelnovo Monti. In tutte le sedi e ripetutamente abbiamo chiesto con forza di non prendere questa decisione e poi di ripensarla. Nulla da fare, abbiamo cozzato contro un muro".

Il pediatra e consigliere comunale incalza: "Ora è palese che chiudere un punto nascite che dista un’ora o più dal più vicino hub è un rischio che non ci si può prendere, è un autentico attentato alla salute e all’intero territorio della montagna. I vertici dell’Azienda Sanitaria abbiano il coraggio di ammettere l’errore e si adoperino affinchè non accada mai più. Anche la politica ripensi una scelta che metta in discussione l’equità delle cure e la sopravvivenza stessa di un territorio, dove sempre di più si allontanano i giovani e le forze migliori".

La donna incinta ha perso il proprio bambino di otto mesi per il distacco della placenta. La notizia è stata diffusa dalla consigliera capogruppo di minoranza di Castelnovo Monti, Nadia Vassallo, già presidente del Comitato Cicogne. La donna si era presentata all’ospedale di Castelnovo Monti e da qui inviata al Santa Maria di Reggio, dove il feto è arrivato privo di vita. A nulla è servita la corsa in ambulanza con l’anestesista e l’infermiera a bordo.