ALESSANDRA CODELUPPI
Cronaca

Omicidio di Salvatore Silipo, Dante Sestito condannato a 26 anni

Riconosciuti premeditazione e crudeltà, caduti i motivi futili e abbietti. L’assassinio del 29enne avvenne nell'autofficina di Cadelbosco 'Dante gomme' il 23 ottobre 2021

Pm Piera Cristina Giannusa

Pm Piera Cristina Giannusa

Reggio Emilia, 9 febbraio 2024 - Omicidio di Salvatore Silipo: Dante Sestito, 72 anni, è stato condannato a 26 anni. Riconosciuti premeditazione e crudeltà, caduti i motivi futili e abbietti. Il pm Piera Cristina Giannusa aveva chiesto l’ergastolo e l’isolamento diurno per un anno.

L'assassinio del 29enne avvenne il 23 ottobre 2021, nell'autofficina di Cadelbosco 'Dante gomme', nel capannone dove la vittima aveva lavorato fino a un mese prima. Il pubblico ministero ha chiesto la pena ravvisando le aggravanti della premeditazione, motivi futili e abbietti e crudeltà. 'Non è il danno economico il movente - ha detto Giannusa -. Non si sa cosa fosse contenuto nelle gomme portate via. Ma lo è il sospetto che la vittima fosse il ladro. Eppure nella notte del furto, il 9 settembre, Salvatore Silipo non c'era. È stato ucciso solo in base a un sospetto, perché lui aveva precedenti'. E ha parlato di 'sopraffazione criminale'.

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Nel capannone, nel momento dell'omicidio, c'erano anche il fratello della vittima, Francesco, e il cugino Pierfrancesco Mendicino. I due hanno riferito di un appuntamento concordato per chiarire la questione di un presunto furto di pneumatici, e che è stato detto loro di inginocchiarsi. In quel momento, Dante Sestito ha sparato a Silipo con un colpo di un revolver Smith&Wesson, poi sarebbe stato disarmato e bloccato dal fratello della vittima mentre il cugino scappava fuori e chiedeva aiuto. C’era una quinta persona presente: Antonio, il figlio di Sestito. Sulla premeditazione, il pm ha sostenuto che le minacce iniziarono un mese prima del delitto. E che le telecamere dell'azienda furono volutamente staccate prima. All'inizio dell'udienza Dante Sestito, difeso dall'avvocato Luigi Colacino', ha voluto fare una breve dichiarazione spontanea per poi tornare in carcere: 'Mi è partito un colpo e sono dispiaciuto, desidererei uscire'. Parola poi ai legali di parte civile. L'avvocato Mattia Fontanesi, che tutela il fratello, la sorella e la madre della vittima, ha chiesto che siano trasmessi gli atti in Procura per Antonio Sestito, figlio di Dante, sostenendo che 'non possa rimanere impunito'. Poi parola agli avvocati Roberto Chiossi e Barbara Bettelli per la vedova e i figli.

Poco dopo le 13 è iniziata l'arringa del difensore Luigi Colacino. Il processo davanti alla Corte d'Assise presieduta da Cristina Beretti, a latere Matteo Gambarati e i giudici popolari, potrebbe andare a sentenza. Nel pomeriggio, la sentenza di condanna.