ALESSANDRA CODELUPPI
Cronaca

Pestò l’acquirente di casa sua. Ora segue un percorso e si pente: "Ho capito di aver sbagliato"

Riccardo Pappacena, insieme al fratello Domenico, picchiarono un 74enne fuori dall’asta giudiziaria. Sono accusati di tentato omicidio: "Non volevo ucciderlo". E ora si sta rieducando anche grazie all’arte. .

Pestò l’acquirente di casa sua. Ora segue un percorso e si pente: "Ho capito di aver sbagliato"

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Reggio Emilia, 25 settembre 2023  – "Ho sbagliato, ma non volevo uccidere l’anziano". È quanto sostiene Riccardo Pappacena che, insieme al fratello Domenico, è indagato per l’aggressione avvenuta il 7 marzo davanti al tribunale di Reggio. L’episodio fu raccontato dal Carlino: i due giovani, originari di Sarno (Salerno) e residenti a Rubiera, misero le mani addosso a un 74enne che aveva appena acquistato la casa intestata al 43enne Riccardo, andata all’asta giudiziaria. Ora lui sostiene di "aver perso la testa" dopo una discussione con il nuovo proprietario dell’abitazione.

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Il giudice delle indagini preliminari Dario De Luca aveva confermato per i due fratelli, arrestati dai carabinieri, l’ipotesi di tentato omicidio, formulata dal pubblico ministero Maria Rita Pantani. "Calci e pugni scagliati con violenza inaudita, alla testa e al torace di un uomo di quasi 75 anni, da parte di due energumeni", aveva scritto il gip, inquadrando il fatto in modo inquietante: "Intimidazione esportata da altri contesti, più pervasi da fenomeni criminali". Rimase coinvolta anche una donna carabiniere, che li invitò a desistere, ricevendo in cambio una gomitata e insulti. A carico di Riccardo risulta un precedente: nel 2007 fu arrestato insieme al padre e ad altri per una rapina a un camionista: nel magazzino gestito dal genitore a Rubiera risultava merce provento di altri colpi.

Ora il 43enne smorza le intenzioni che gli vengono attribuite. E mostra di voler modellare un futuro diverso, anche con le proprie mani. I fratelli, sottoposti alla custodia cautelare in carcere, sono assistiti dall’avvocato Alessandro Occhinegro. In maggio il tribunale del Riesame ha confermato la misura disposta dal gip De Luca; istanze successive di domiciliari sono state rigettate per mancanza di elementi nuovi. In questo periodo il 43enne sembra aver maturato consapevolezza, anche grazie a un progetto di rieducazione. Stando dietro le sbarre, ha realizzato una scultura che rappresenta la strage di Capaci: la Fiat Croma bianca su cui viaggiava Giovanni Falcone, i detriti sparsi dall’esplosione sull’auto e sul tratto autostradale. L’opera sarà esposta a Castelnovo Monti, al centro ‘Laudato sì’ dell’Eremo di Bismantova, nella mostra ‘Liberi Art - Liberiamo l’ambiente’, che sarà inaugurata il 30 settembre. Il progetto è stato organizzato da Anna Protopapa, artista e docente volontaria alla Pulce, ideatrice del progetto con i detenuti della Pulce, in collaborazione con il Ministero della Giustizia- Istituti penali di Reggio, l’associazione Il Melograno e il Parco nazionale dell’Appennino. Nel frattempo i fratelli hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini preliminari.

A Riccardo sono contestati i reati di tentato omicidio, tentata estorsione e resistenza a pubblico ufficiale. In base alle riprese di un video, lui però sostiene di essersi allontanato dall’anziano prima che intervenisse la donna carabiniere. La posizione di Domenico è più leggera: sono formulati gli stessi addebiti in concorso, ma non quello ai danni del membro dell’Arma. In questi giorni il 43enne chiederà di nuovo al gip De Luca di essere messo ai domiciliari a Sarno: "Vuole accudire l’anziana madre e riavvicinarsi al figlio". Il giovane ha anche presentato un’offerta risarcitoria all’anziano di 2.200 euro, formulata in base ai giorni di prognosi, che è stata respinta perché ritenuta incongrua: "È il massimo che il mio assistito riesce a offrire. Lui non lavora più da mesi e ha racimolato questa somma in famiglia – dichiara l’avvocato Occhinegro –. Riccardo è molto pentito e ha capito la gravità delle contestazioni".