ALESSANDRA CODELUPPI
Cronaca

Reggio Emilia, ritrova nel fiume Secchia un quadretto col riconoscimento dato al partigiano Ferdinando Chiodi

Protagonista della fortuita ‘pesca’, a Castellarano, è Stefano Sturloni, che con il combattente per la Liberazione condivide anche il giorno di nascita

Il quadro ritrovato nel fiume Secchia e Stefano Sturloni, che l'ha ripescato

Il quadro ritrovato nel fiume Secchia e Stefano Sturloni, che l'ha ripescato

Castellarano (Reggio Emilia), 31 luglio 2023 –  Ha salvato dalle acque del torrente Secchia un quadretto sgualcito, scoprendo che, dietro quella cornice e quel pezzo di carta ingiallito, c'era qualcosa che non doveva affatto andare alla deriva: la memoria di un partigiano premiato per il suo contributo alla lotta di Liberazione.

E ha scoperto di avere in comune, con lui, anche la data di nascita: storie diverse e lontane nel tempo, ma che per una coincidenza incredibile si sono incrociate. Lui, Stefano Sturloni, di Gavassa, da 42 anni - e fino a oggi - ha lavorato nelle scuole comunali dell'infanzia reggiane come atelierista.

Ieri stava facendo un'escursione lungo il fiume, all'altezza di Roteglia (Castellarano), per fotografare la flora e le pietre del greto: è infatti membro della Società Botanica italiana e si interessa anche di geologia. Nel momento del rientro, verso le 15.30, ha fatto la scoperta: “Dentro il fiume ho visto galleggiare il quadretto, vicino a un baule vuoto, più piccolo".

Sturloni si è incuriosito e ha raccolto entrambi gli oggetti. Ma se il baule "di panforte e certo non vecchio” non si è rivelato interessante, grande è stato invece il suo stupore quando ha visto che la cornice racchiudeva un riconoscimento attribuito a un partigiano, Ferdinando Chiodi, dall'allora comandante generale delle Brigate Garibaldi, nel trentesimo anniversario della Liberazione: la data di consegna dev'essere stata dunque il 25 Aprile 1975, dunque già 48 anni fa.

La motivazione del riconoscimento

Sullo sfondo di una vecchia foto di una camionetta coi partigiani, a Chiodi vengono dedicate parole lusinghiere: 'In riconoscimento del suo contributo alla lotta nazionale di Liberazione contro il fascismo e il nazismo; nella riaffermazione degli ideali per i quali, aspirando a un'Italia profondamente rinnovata, impugnò le armi insieme a tutti gli altri combattenti... nel riaffermato impegno di dare all'Italia sulla strada tracciata dalla Costituzione, un avvenire di pace, di giustizia, di libertà'.

Le ricerche del partigiano

Sturloni ha salvato dalla distruzione dell'acqua quel quadretto e la memoria di quell'uomo, ma non solo: in poche ore ha cercato di capire chi fosse, quel Ferdinando Chiodi, facendo ricerche su internet. Suo cognato, il reggiano Franco Canovi, ha poi scoperto una scheda sul partigiano, con il timbro Modena: un pezzo di carta ingiallita in cui si scrive, con i pennini di una volta, che Ferdinando era figlio di Luigi Chiodi e di Carolina Baldoni, e che era nato a Pavullo, quindi nell'Appennino modenese, il 31 luglio 1903: esattamente oggi, 120 anni fa.

E qui Sturloni non ha creduto ai propri occhi: perché anche lui, lo scopritore, oggi festeggia il compleanno, essendo nato il 31 luglio 1956.

Poi ha scoperto in un altro sito il suo nome di combattimento: 'Giandarotto'. E la data della sua attività: 2 gennaio 1944-30 aprile 1945.

Il reperto in casa dello scopritore

“Mi sono chiesto perché quel riconoscimento sia finito nel fiume. Forse è stato trascinato qui a causa delle forti piogge? O perché buttato dopo un furto in una sede dell'Anpi? O magari perché qualcuno ha pulito la casa e se n'è sbarazzato? Chissà...".

Intanto Sturloni tiene in casa il reperto, e ha già interpellato l'Istoreco, nel caso voglia custodirlo: “Mi sembra comunque giusto che non vada perduto". Ed è a disposizione: “Se qualche parente del partigiano volesse recuperarlo, non esiti a mettersi in contatto con me. Tramite conoscenze, mi sono attivato per una ricerca a Pavullo: magari qualcuno sa qualcosa di lui”.

Oggi, intanto, per Sturloni, è l'ultimo giorno di lavoro: "Domani andrò in pensione”. Sia lui, sia il 'gemello' nato 120 anni fa, attendono entrambi, in modo diverso, una nuova vita.