Smaltimento di rifiuti militari, escort e regali per gli ufficiali: "Così otteneva lavori senza appalto"

Arrestato un imprenditore di Reggio Emilia, indagati un generale e un colonnello dell’esercito. I benefit: buoni benzina, biglietti e vacanze. Tra il materiale trattato, munizioni obsolete e fosforo bianco

Reggio Emilia, 16 aprile 2024 – Anche un generale dell’Esercito coinvolto nell’Operazione Leonida della Guardia di Finanza e della Procura di Reggio Emilia contro la corruzione nelle pubbliche commesse dell’agenzia Aid, ente vigilato dal Ministero della Difesa.

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Motore del sistema corruttivo sarebbe stato Enrico Benedetti, socio e amministratore unico della società Esa (Ecologia Soluzione Ambiente) di Bibbiano (Re), che in cambio di benefit avrebbe ottenuto in "maniera quasi esclusiva" affidamenti diretti per commesse che invece avrebbero richiesto gare d’appalto, per un totale di 650mila euro dal maggio 2023 al gennaio scorso.

Cene e festini con escort, oggetti di design, buoni carburante e biglietti per lo stadio, soggiorni in ville a Forte dei Marmi e in Sardegna, ma anche mazzette e consulenze, sarebbero stati offerti ai pubblici ufficiali infedeli.

La villa di Montecavolo dove si sarebbero svolti alcuni incontri. Nel riquadro, Enrico Benedetti
La villa di Montecavolo dove si sarebbero svolti alcuni incontri. Nel riquadro, Enrico Benedetti

Secondo il procuratore capo Gaetano Calogero Paci, l’imprenditore "avrebbe infiltrato un’articolazione particolarmente delicata della Pubblica amministrazione che si occupa di forniture militari a vario livello, tra cui la ‘demilitarizzazione’, cioè lo smaltimento di munizioni ed armamenti obsoleti", tra cui bombe al fosforo bianco. Attività che si svolge in uno stabilimento di Noceto di Parma.

Il generale Giulio Botto e il colonnello Luca Corrieri (direttori in vari periodi del sito Adi) e l’ingegnere civile Luigi Brindisi, responsabile dell’impianto termodistruzione delle armi, sono indagati per concorso in corruzione aggravata per atti contrari ai doveri d’ufficio, e sono stati sospesi dalle loro mansioni su ordine del gip Luca Ramponi.

Per Paci si è di fronte a un "desolante e devastante quadro di mercimonio dell’attività di questi pubblici ufficiali che a un certo punto finiscono per asservirsi ai desiderata e alle esigenze imprenditoriali di Benedetti".

Benedetti è ora agli arresti domiciliari nella sua splendida villa collinare di Montecavolo - pianoforte bianco a coda nel salone, piscine nel parco - dove sarebbero avvenute alcune delle feste.

A sua figlia Margherita, dipendente di Esa, il Gip ha applicato il divieto di dimorare nelle province di Reggio e di Parma, e di non accedervi senza l’autorizzazione del giudice.

Ma questa "sarebbe solo la punta dell’iceberg", spiegano gli inquirenti che sono intervenuti per fare cessare i presunti illeciti ma stanno andando a ritroso nel tempo, analizzando tutte le attività dell’Esa, forti una impressionante mole di intercettazioni (costate 78mila euro).

L’operazione è scattata ieri mattina e ha visto in campo 90 finanzieri nelle province di Reggio, Roma, Parma, Verona, Brescia, Lucca, Livorno, Siena e Sassari.

Sono 10 gli indagati (tra cui 5 pubblici ufficiali) e 14 le informazioni di garanzia.

Sono state eseguite le 5 ordinanze di applicazione di misure cautelari, e svolte 26 perquisizioni anche in sedi di municipalizzate dei rifiuti, una delle quali in Toscana.