ALESSANDRA CODELUPPI
Cronaca

“Stupro per la droga”: condannato

Reggio Emilia, sei anni di reclusione per un gambiano accusato di aver violentato un altro uomo in un parco pubblico

Il giudice Cristina Beretti

Il giudice Cristina Beretti

Reggio Emilia, 12 ottobre 2023 – Sei anni. È la condanna inflitta ieri dal tribunale - presidente Cristina Beretti, a latere Giovanni Ghini e Luigi Tirone - a un 26enne originario della Guinea, finito a processo per diversi reati tra cui il più grave è l’accusa di violenza sessuale verso un 45enne reggiano, che comprò droga da lui a quanto pare senza pagarla. L’episodio contestato risale al 17 agosto 2022. Per lui il procuratore capo Calogero Gaetano Paci aveva chiesto 9 anni e mezzo di pena.

Secondo la ricostruzione investigativa, il 26enne lo avrebbe rapinato: lo avrebbe minacciato di morte e puntando ripetutamente contro di lui una lama da barbiere, per poi impossessarsi del suo borsello con denaro e documenti.

In questo frangente, sempre impugnando la lama, l’imputato lo avrebbe costretto ad andare di notte in un posto isolato, in un parco fuori dal centro, obbligandolo a sdraiarsi al suolo: qui l’uomo avrebbe subito abusi sessuali.

Il 26enne è accusato anche di resistenza a pubblico ufficiale: dopo essere stato individuato dalla polizia di Stato come presunto autore della rapina, avendo indosso il borsello, si sarebbe opposto alla perquisizione e all’ingresso nella volante con spintoni, colpi con le mani e tentativi di morsi.

Arrivato in questura, avrebbe dato un calcio a un agente. Deve rispondere anche di danneggiamenti: prima di salire sull’auto, avrebbe dato un calcio alla portiera e durante il tragitto verso la questura avrebbe scalciato contro un vetro facendolo uscire dal binario. È accusato anche di aver portato fuori casa la lama per usarla come arma contro la vittima. Il guineano, che si trova in carcere a Modena, è assistito dall’avvocato Barbara Bandiera.

Lui nega la violenza sessuale, ma ammette di aver preso il borsello: dice di avergli venduto la droga e che l’altro non avrebbe pagato dicendo di non avere i soldi. I due sarebbero andati insieme a un bancomat, ma il 45enne non avrebbe saldato comunque la somma perché non aveva disponibilità sulla carta.

Secondo la sua versione, il 26enne quindi gli avrebbe preso lo zainetto dicendogli che glielo avrebbe restituito una volta che il conto fosse stato pagato. Da qui la richiesta difensiva di assoluzione dalla violenza sessuale, derubricazione della rapina in esercizio arbitrario delle proprie ragioni e il minimo della pena per le altre contestazioni.