MANUEL SPADAZZI
Cronaca

A processo per la passerella. La Procura: "Danni irreparabili". Chiesti 9 mesi per gli imputati

Rimini: alla sbarra l’ex funzionario della Soprintendenza, due ex dirigenti del Comune di Rimini e il titolare della ditta che eseguì i lavori al ponte di Tiberio: "Vanno ripristinati i luoghi"

La passerella al ponte di Tiberio: è stata inaugurata nel 2018

La passerella al ponte di Tiberio: è stata inaugurata nel 2018

Rimini, 25 maggio 2024 – Secondo la Procura quei lavori hanno causato "danni irreparabili" alle mura medievali e malatestiane davanti al ponte di Tiberio. E chi ha autorizzato ed eseguito l’intervento per la passerella lungo le mura ha commesso il danneggiamento volontario" di un bene storico e sottoposto a vincoli. Da qui la richiesta, formulata nell’udienza di ieri, della condanna a 9 mesi per i quattro finiti a processo per l’opera realizzata al ponte di Tiberio e inaugurata nel 2018. Alla sbarra l’ex funzionario della Soprintendenza Vincenzo Napoli, gli allora dirigenti del Comune Daniele Fabbri e Federico Pozzi e Antono Petrone, titolare dell’impresa che realizzò i lavori. Non solo: la Procura chiede anche "il ripristino dei luoghi".

Insomma: via la passerella. Secondo l’accusa, serviva l’autorizzazione del ministero dei Beni culturali per iniziare i lavori. Il cantiere era finito sotto la lente della Procura in seguito agli esposti presentati da un comitato di residenti, nato all’epoca in difesa del ponte di Tiberio (ne faceva parte anche l’ex parlamentare Ennio Grassi). Nel mirino i 90 buchi, del diametro di mezzo metro ciascuno, praticati nelle antiche mura per ancorare la passerella.

La Soprintendenza diede il via libera ai lavori, sorvegliando costantemente il cantiere. Ma per la a Procura, occorreva l’ok del ministero prima di avviare il cantiere. Per i quattro imputati ieri è stata chiesta una pena di 9 mesi. La prossima udienza si terrà il 5 luglio. I legali dei quattro alla sbarra sono certi che il processo si concluderà con l’assoluzione. "Il dibattimento ha dimostrato l’infondatezza delle accuse – sottolineano Cesare e Roberto Brancaleoni, legali di Fabbri – Tutti i testimoni hanno attestato la perfetta regolarità dell’operato del dirigente e lo stesso consulente della Procura ha rimarcato che Fabbri ha agito in modo legittimo e in conformità al progetto, regolarmente approvato dagli organi competenti e dotato di tutte le autorizzazioni previste. Confidiamo che a luglio questo lungo processo abbia una giusta conclusione con l’assoluzione". "Pozzi – dicono i suoi legali, Moreno Maresi e Monica Morolli – all’epoca non fece altro che seguire l’andamento dei lavori alla passerella, preventivamente progettata e autorizzata. Nel corso del processo è emerso il comportamento corretto del Comune in tutte le fasei". Di tutt’altro avviso la Procura. Che, nel caso di condanna, chiede che l’eventuale sospensione della pena sia condizionata "al ripristino dei luoghi". Tradotto: via la passerella.