Finti lingotti d’oro, soldi e armi sul jet registrato a San Marino

Il giallo dell’aereo fermato in Zambia dal servizio antidroga: una decina le persone arrestate e accusate di truffa

Il jet registrato a San Marino al centro di una maxi truffa internazionale

Il jet registrato a San Marino al centro di una maxi truffa internazionale

San Marino, 23 agosto 2023 – A bordo sono stati trovati 601 mattoncini che solo apparentemente parevano d’oro, ma anche cinque milioni di dollari in contanti, tre pistole e un centinaio di proiettili.

Quel jet executive privato che appartiene a una società di noleggio con base a Dubai e in Belgio, fermato a Lusaka, in Zambia, dai servizi anti-droga, sembrerebbe registrato a San Marino. Un jet sul quale aleggia il mistero e sul quale stanno indagando le forze dell’ordine locali. Si sa che vola spesso in Africa e in Medio Oriente. Gli agenti devono avere ricevuto una soffiata. Giorno e ora esatta. Perché quando salgono su quel T7 Wss, lo perquisiscono e scovano davvero un tesoro. Tutto, seguendo le narrazioni sul posto, lascerebbe pensare a una truffa. Per la quale sono finiti in manette, in fasi successive, un uomo d’affari sudafricano, numerosi zambiani, sei egiziani, un olandese, un lituano ed uno spagnolo. Alcuni di loro sono conosciuti per avere una certa abitudine con traffici spericolati, raggiri e anche episodi di corruzione.

Il jet sembrerebbe aver portato a Lusaka dal Cairo dei possibili compratori. Certamente attratti da quel grosso quantitativo di lingotti. Su quel volo l’uomo d’affari avrebbe mostrato loro i lingotti d’oro, magari mettendone sul tavolo alcuni pezzi autentici e lasciando ben nascosti i 601 falsi. Numero che non sembra, però, sufficiente a soddisfare la richiesta.

I compratori ne vogliono di più, lasciano una sostanziosa caparra (si parla di alcuni milioni di dollari) con la promessa di avere il resto in seguito. Ma quei lingotti d’oro hanno ben poco. Perché un’analisi svolta successivamente al loro sequestro rivela che sono composti da minerali assolutamente di pochissimo valore. Ma comunque la truffa è destinata a non andare a buon fine perché a entrare in azione sono gli agenti del servizio antidroga che salgono sul jet, perquisiscono l’aereo e trovano, insieme ai lingotti falsi, anche armi, munizioni e tanti soldi in contanti.

Da qui gli arresti e gli interrogatori grazie ai quali le forze dell’ordine sarebbero riuscite ad arrivare ai capi della banda, uno dei quali, localizzato, stava cercando di fuggire nella Repubblica democratica del Congo. Questa, comunque, resta solo una prima ricostruzione fatta dagli agenti. Che non esclude altre piste. Un jet, quello che risulterebbe registrato a San Marino, che resta avvolto nel mistero.