Frode fiscale sulle ristrutturazioni: sei denunce e sequestri per 6 milioni

Operazione della Guardia di Finanza di Rimini, scoperto giro di fatture false da 22 milioni di euro grazie a un giro di prestanomi

Sequestrate anche cinque case dei sei imprenditori denunciati

Sequestrate anche cinque case dei sei imprenditori denunciati

Rimini, 18 maggio 2024 – Sequestro preventivo per beni (tra cui anche case) per 6 milioni di euro: è il provvedimento eseguito dai militari della guardia di finanza che hanno messo i sigilli a 5 società, diverse auto, saldi di conti corrente e 5 case, di cui una di recente ristrutturazione, tutti tra Rimini e Bologna.

I proprietari sono 6 persone ritenute responsabili di una complessa frode fiscale messa a segno grazie all’uso di fatture false per oltre 22 milioni di euro operata nel settore delle ristrutturazioni edilizie e nel commercio di vernici. Dopo aver eseguito 23 perquisizioni tra Emilia Romagna, Lazio, Marche, Campania e Basilicata, con l’impiego di oltre 60 militari, le Fiamme Gialle di Rimini hanno approfondito le indagini, usando mezzi investigativi ad alta tecnologia e hanno esaminato accuratamente ogni singolo documento contabile e bancario acquisito.

Le indagini, condotte dagli specialisti del Nucleo economico finanziaria, sono partite da un’analisi precisa sullo stato di salute dell’economia del territorio e hanno così permesso di scoprire un articolato sistema fraudolento finalizzato all’evasione fiscale, strutturato attraverso l’utilizzo di shell companies, prestanomi nullatenenti e recapiti aziendali completamente fittizi.

Le lunghe e minuziose ricostruzioni svolte hanno consentito di individuare vorticosi flussi di fatture il cui valore totale ammonta ad oltre 26 milioni di euro. I documenti fittizi creati, oltre all’evasione fiscale, sono stati inoltre utilizzati per generare crediti fiscali fittizi portati poi in detrazione dalle società “sane” di tutto lo schema fraudolento.

Gli autori della frode sono stati denunciati, a vario titolo, per i reati relativi all’annotazione di fatture per operazioni inesistenti, nonché all’indebita compensazione di crediti fiscali. La misura cautelare reale è stata emessa nell’ambito della fase delle indagini preliminari, sulla base delle attuali acquisizioni probatorie. In attesa di giudizio definitivo, vale la presunzione di non colpevolezza dell’indagato.