MARIO TOSATTI
Cronaca

Autorità di Bacino del Po, prevenire le alluvioni: ecco cosa fare

Argini non più innalzabili, serve un nuovo corso: “Dare più spazio ai fiumi, creare golene chiuse, adeguare i ponti e, soprattutto, condividere le scelte: l’acqua non ha confini amministrativi e imporli è andare contro natura”. Intanto il fiume ha triplicato le portate

L'innalzamento del fiume Po in questi giorni a Pontelagoscuro

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Veneto, 24 maggio 2023 - Le precipitazioni eccezionali che negli ultimi giorni hanno interessato l’Emilia-Romagna hanno avuto effetti al suolo importanti con 23 corsi d’acqua esondati e 280 frane attivate. Le correnti si stanno disponendo dai quadranti sud-orientali e le precipitazioni insisteranno per alcuni giorni su Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia ed Emilia-Romagna.

La situazione del Po

Gli accumuli precipitativi maggiori si sono registrati sulla parte più occidentale del distretto del Po a seguito delle precipitazioni degli ultimi giorni comportando un aumento delle portate transitanti in tutte le sezioni del Po. La modellistica previsionale idrologica-idraulica sviluppata a scala di distretto indica che i volumi transitanti dalla sezione di Piacenza sono passati dagli attuali 550 m3/s (metri cubi al secondo ) ad oltre i 2000/2500 m3/s, con possibili ulteriori incrementi nel corso della prossima settimana, qualora venissero confermate le precipitazioni previste. A Pontelagoscuro (Fe), sezione di chiusura del bacino del fiume Po, con le recenti precipitazioni sono stati registrati consistenti incrementi di portata, fino a 2000 m3/s. Attualmente in questa sezione i deflussi sono in leggera discesa. La ripresa della piena del fiume Po ha registrato anche la presenza di molti residui legnosi, rami e altro.

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Bacino del Po: cosa fare?

"La priorità è aumentare la capacità di adattamento dei territori cercando di incidere il più possibile sulle situazioni più a rischio che l’Autorità Distrettuale del Fiume Po monitora e segnala costantemente negli atti ufficiali di pianificazione che è chiamata a redigere periodicamente e consultabili sul portale www.adbpo.it. Una corretta manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere arginali e un’adeguata gestione dei sedimenti e della vegetazione ripariale è intervento necessario ma non sufficiente”. La riflessione è riportata oggi sul portale dell’Autorità distrettuale di bacino del Po. 

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Arginature già in quote limite

“Le arginature sul Po e quelle sugli altri corsi d’acqua padani hanno raggiunto quote limite di altezza non più significativamente aumentabili ed emerge la necessità di definire nuovi indirizzi difensivi nel caso di eventi eccezionali sempre più possibili in epoca di cambiamento climatico – viene precisato nella nota –. Purtroppo la situazione attuale è pesantemente inficiata dalla somma, delle decisioni spesso non uniformi e coerenti prese in passato, decisioni che, ancora oggi, stando ai fatti, pesano come un macigno su ciò che il dissesto idrogeologico progressivo nel nostro paese ed effetto diretto del mutamento rapido del clima, provoca ad ogni evento che può tecnicamente definirsi “straordinario”.

Dare più spazio ai fiumi

“Si tratta di dare più spazio ai fiumi – sottolinea il Segretario generale dell’Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po, Alessandro Bratti – invertendo la tendenza che aveva caratterizzato l’epoca in cui molte di queste arginature sono state realizzate (la bonifica dei primi del Novecento) di recuperare più spazio possibile all’agricoltura e allo sviluppo antropico. Oggi bisogna fare un ragionamento alla rovescia: laddove possibile sarebbe utile arretrare le arginature, anche creando golene chiuse al pari di quelle presenti sul Po, abbassando i terreni golenali nei tratti più pensili rispetto ai piani-campagna circostanti”.

“Servono arginature tracimabili”

Oltre a ciò il Segretario si sofferma sul ruolo degli argini. “Servono arginature tracimabili in modo tale che, se superate dalle acque, non collassino. Interventi innovativi che dovranno essere presi in considerazione nell’immediato futuro, insieme al completamento delle casse di espansione in corso di realizzazione, all’adeguamento dei ponti e delle infrastrutture interferenti e alla delocalizzazione degli edifici e degli insediamenti più critici e di quelli gravemente danneggiati durante gli eventi alluvionali”.

Acqua non ha confini amministrativi

“Oggi  – rimarca l’Autorità di Bacino del Po – le voci di soluzioni e interventi provvidenziali di salvaguardia dei territori si sovrappongono da più parti, in modo assolutamente disordinato, ognuno ha la propria ricetta partendo però dalla difesa del proprio punto di vista, ciò che occorre invece è condividere le decisioni, ma partendo da chi ha la competenza tecnica, dagli Enti di ricerca, dalle Università, dalle Autorità per indirizzare le scelte più corrette: l’acqua non ha confini amministrativi e imporli è andare contro natura”.

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