Servizio civile per le baby gang, Ostellari ai sindaci veneti: “Già previsto dal Decreto Caivano”

Treviso e Vicenza chiedono di modificare il Dl. Il viceministro: “Nell’articolo 27 bis c’è la messa alla prova per i minori che commettono reati”. Ecco cos’è e cosa prevede il decreto

Treviso, 11 aprile 2024 – Sindaci sulle barricate, Treviso e Vicenza chiedono un anno di servizio civile per bulli e baby gang. Ma il governo risponde: “Nel Decreto Caivano è già prevista la messa alla prova per i minori che si macchiano di reati”.

La proposta di modifica al Dl Caivano è arrivata nei giorni scorsi dopo il pestaggio nel centro di Treviso di venerdì notte, ma le violenze da parte dei minori è in crescita anche nelle altre città, da Vicenza a Padova. Il viceministro Ostellari incalza: "I sindaci possono fare molto, mettendo a disposizione spazi che promuovano forme di socializzazione ordinata e consentano ai ragazzi di coltivare le loro passioni”.

Ostellari: “Messa in prova già prevista nel Decreto”

“Il Decreto per il contrasto del disagio giovanile e della criminalità minorile, approvato dal governo nel novembre scorso – spiega il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Ostellari – introduce strumenti innovativi sia in ottica repressiva che preventiva. Fra questi, l'articolo 27 bis prevede la possibilità della messa alla prova anticipata per i minorenni che si macchiano di alcuni reati, stabilendo che questi possano svolgere lavori socialmente utili per riparare al danno compiuto ovvero dimostrare, attraverso l'impegno in favore della Comunità, di essersi ravveduti”.

Cos’è la ‘messa alla prova’

Secondo Ostellari, “percorsi come quello della messa alla prova consentono, laddove le famiglie hanno fallito, di ricostruire il senso civico dei minori, mettendoli di fronte alle conseguenze dei loro atti”.

Ecco perché. “Si tratta di un vero e proprio servizio civile – continua – che può essere svolto in favore di soggetti deboli, per la cura del verde pubblico o presso strutture comunali, come parchi e canili".

"Per superare la crisi di valori che affligge molti giovani, tuttavia, le norme penali non bastano. Servono la collaborazione delle famiglie, delle scuole e delle associazioni sportive e culturali. Anche i sindaci possono fare molto – conclude Ostellari – mettendo a disposizione spazi che promuovano forme di socializzazione ordinata e consentano ai ragazzi di coltivare le loro passioni”.

La polemica 

Il botta e risposta tra sindaci e Governo mostra il lato politico della vicenda. “Fa piacere che anche esponenti del Partito Democratico, come il sindaco di Vicenza, apprezzino il lavoro dell'esecutivo e vogliano collaborare per debellare gli odiosi fenomeni di bullismo e delinquenza minorile”, sottolinea Ostellari.