
università di Verona murale per ricordare Davide Caprioli
Verona, 02 agosto 2021 - Davide Caprioli, 20 anni, fu tra le 85 vittime della strage di Bologna, avvenuta il 2 agosto del 1980 quando una bomba esplose nella sala d’attesa della stazione ferroviaria, alle 10.25 del mattino. Davide Caprioli, come tante altre vittime, stava rientrando dalle vacanze e si trovava in stazione a Bologna in attesa del treno che lo avrebbe riportato, insieme alla fidanzata Ermanna e alla madre di lei, a Verona, dove il giovane era studente universitario nell’allora facoltà di Economia e Commercio. Per commemorare Davide, e con lui tutte le vittime della strage di Bologna, il rettore dell’università di Verona, Pier Francesco Nocini, ha accolto la proposta del Consiglio degli Studenti, con approvazione del Senato accademico, di dedicargli un murale, esposto nell’atrio del polo umanistico con accesso dal Chiostro San Francesco. La cerimonia d’inaugurazione si è tenuta proprio questa mattina, a 41 anni dalla strage, alla presenza della prorettrice Donata Gottardi, del presidente del Consiglio degli Studenti Stefano Ambrosini e di Cristina Caprioli, sorella di Davide.
Il murale dell'artista Andrea Tarli
L'opera è composta da un trittico di pannelli di cartone intelaiato: l’artista Andrea Tarli ha immaginato una scena tra realtà e surrealismo in cui Davide Caprioli suona una chitarra rotta, seduto tra le macerie della stazione di Bologna poco dopo lo scoppio della bomba. La pensilina crollata, i primi soccorritori improvvisati e l’orologio fermo alle 10.25 sono diventate le iconiche immagini di quel 2 agosto. L’opera ha, quindi, due atmosfere diverse che il trittico aiuta a leggere, quasi fosse un fumetto: un primo piano, statico, dove Davide è protagonista dell’opera, seduto mentre cerca di suonare una chitarra distrutta, metafora dei suoi sogni infranti; un secondo piano, dinamico, introdotto dal suo sguardo, che indaga le persone indaffarate nel prestare soccorso, inondate da una luce forte, irreale, come fosse una vecchia foto sovraesposta, a ricordare quanto accaduto in quel lontano 1980. L’utilizzo del cartone, rovinato in alcuni punti, ed il colore che a tratti lascia spazio al nudo supporto, è funzionale a creare una somiglianza con una vecchia polaroid, che il tempo ha immortalato per non dimenticare quanto è successo.