Bologna, 25 giugno 2010 - Voglio esprimere "la mia indignazione" sul fatto che "non si sono ancora trovati i colpevoli. Io voglio sapere chi ha fatto esplodere quell'aereo, non ho tesi precostituite, ma sto a ciò che hanno detto tecnici e periti. Io vorrei sapere chi ha messo la bomba nella toilette dell'aereo" caduto a Ustica. Così il sottosegretario Carlo Giovanardi, nel corso dello speciale di Sky Tg24 pomeriggio, dedicato al trentesimo anniversario della strage di Ustica, che non ritiene provata la tesi secondo cui il Dc9 Itavia fu abbattuto da un missile.


Nessun missile quindi, ma nessun coinvolgimento di Francia e Stati Uniti "che ci hanno risposto 66 volte ed è stato appurato che quella sera non avevano ne' aerei ne' navi" da cui sarebbe potuto partire un attacco al Dc9 precipitato in mare causando 81 vittime il 27 giugno 1980. E se il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, torna a parlare di intrighi internazionali, "allora forse si riferiva alla magistratura" e non ai generali italiani.


La sua posizione viene duramente contestata in studio dai giornalisti Andrea Purgatori e Giovanni Fasanella (autore del recente libro 'Intrigo internazionale') che lo accusano di non aver letto le carte. Rosario Priore, che fu giudice istruttore del caso, spiega di non credere che verità giudiziaria e storica combacino. "Io ho detto che potevano essere solo due i paesi che avevano la possibilità di dare la caccia aerea sul mediterraneo: Francia e Stati Uniti. Poi le dichiarazioni di Cossiga ci dicono chi è stato l'autore, ci danno il tassello definitivo di questa ricostruzione che, mi dispiace dirlo, di nuovo, viene continuamente messa in contestazione, a distanza di 30 anni".


Ma Carlo Giovanardi non ci sta e non vuol sentire ricostruzioni "di fantascienza" sulla strage di Ustica perché la verità giudiziaria su quella vicenda l'ha già scritta una sentenza della Corte di Cassazione. "Sul caso Ustica ho riferito alla Camera dei Deputati, a nome del Governo, l’8 ottobre 2002, dove, concludendo una dettagliata ricostruzione degli avvenimenti, ho illustrato gli unici due elementi rimasti sul tappeto come causa del disastro: o una bomba nella toilette o una quasi collisione, di cui però non c’è precedente in tutta la storia dell’ aviazione", dice ancora Giovanardi.


"La sentenza della Cassazione del 10 gennaio 2007 - precisa Giovanardi - ha confermato queste conclusioni, assolvendo con formula piena i generali dell’aeronautica in quanto ha ritenuto impossibili i depistaggi relativi a battaglie aeree mai avvenute. Questo è quanto emerge dalla carte processuali e il Governo non può che rispettare sentenze passate in giudicato, associandosi a quanto i Ministro della difesa del Governo Prodi, Arturo Parisi ebbe a dire, il 28 marzo 2007, alla presenza del Presidente della Repubblica: ‘La definitiva pronuncia della magistratura riconferma, a voce alta, la piena lealtà dell’Istituzione e dei suoi uomini. ...che, pur sottoposti ad accuse gravissime e ingiuste, hanno saputo mantenere una dignità e un rispetto per le istituzioni assolutamente esemplare’".


Nel dibattito si inserisce, a distanza, Daria Bonfietti, presidente dell’associazione delle vittime di Ustica. "Non sono andata a trasmissioni dove c’era Giovanardi, perché la sua è un’informazione che fa disinformazione. Dice cose mendaci e non riesco a confrontarmi con lui", dice.


"Io voglio ricordare il trentesimo anniversario partendo solo da dati di fatto", ha aggiunto la Bonfietti chiedendo ancora una volta al Governo di fare di tutto per accertare la verità: "La disponibilità non può non esserci a questo punto della storia, è ora che la politica si interessi di sapere chi ha potuto mai abbattere un aereo civile in tempo di pace e spero che il mio paese sia all’altezza di pretendere questa verità".


All'associazione dei famigliari delle vittime di Ustica e alla sua "tenace presidente" Daria Bonfietti in occasione dei trent’anni della sciagura, intanto, arriva il ringraziamento di Romano Prodi. "Cosa avremmo saputo della strage di Ustica senza di voi, senza la perseveranza e il coraggio, senza la vostra dedizione?", scrive l'ex premier.


L’associazione, scrive Prodi in un messaggio a Salvatore Vassallo, presidente di Democratica che ha organizzato un convegno sull’argomento a Bologna, ‘’ha saputo unire tante voci in una unica voce che ha tenuto viva per anni e anni l’attenzione su questa tragedia: una richiesta di giustizia che riguarda la salvaguardia dei valori democratici’’.


Ai parenti l’ex presidente del consiglio ha riconosciuto che "avreste potuto trasformare il vostro dolore in volontà di vendetta e in rancore, al contrario avete cercato di migliorare il tessuto civile della comunità nazionale promuovendo verità, conoscenza e valori: ci avete costretto a riflettere sulla democrazia e sulla sua messa in pratica’’.


Per Prodi l’associazione guidata dalla Bonfietti "ha svolto un’obiettiva funzione civile contro l’oblio, grazie alla forza della memoria, valore fondante di ogni società", perché "la storia non può essere scritta solo nelle aule giudiziarie e la politica deve fare la sua parte: e di fianco ai magistrati ci sia allora anche la politica".


Prodi ha concluso il messaggio citando il presidente della Repubblica Napolitano e le sue recenti frasi su Ustica: "Esse ci aiutino a perseguire ogni sforzo per giungere a una veritiera ricostruzione della tragedia. Non è solo un atto dovuto a vittime innocenti, ma anche un atto dovuto alla coscienza democratica del nostro paese".