Il ricatto sessuale corre on line. "Boom in Emilia Romagna"

Avvenenti ragazze come esche: vittime gli uomini fra i 30 e i 50 anni

La foto di una ragazza sullo schermo di un pc

La foto di una ragazza sullo schermo di un pc

Bologna, 9 novembre 2014 - C’è un mondo nella rete. Fatto di possibilità, di sogni che si realizzano, di amicizie possibili. Ma anche di insidie. Che, con l’aumentare della fruizione di internet, agevolata dalla diffusione degli smartphone, si sono fatte più subdole, andando a violare l’intimità e sfruttare la debolezza di chi si affida alla rete per fare incontri.

È il caso delle sex-torsion (letteralmente estorsioni sessuali). In Emilia-Romagna, solo nel 2014, ne sono stati denunciati 73 casi. Vittime, solo uomini, tra i 30 e i 50 anni. A illustrare un fenomeno, in preoccupante ascesa in tutt’Italia, con centinaia di casi denunciati, è il primo dirigente della Polizia di Stato Geo Ceccaroli, dirigente del Compartimento della Polizia Postale e delle Comunicazioni per l’Emilia Romagna.

Come sono cambiati i reati con l’avvento della rete? «La disponibilità di sistemi di comunicazione evoluti e la facilità di accesso alla rete hanno generato nuove forme di reato; si pensi alle diverse forme di hacking o alla pedopornografia online, ma anche allo stalking e alla diffamazione online».

E poi ci sono le sex-torsion, appunto. «Una nuova moda criminale’. Tutto inizia con una richiesta di amicizia su un sito di incontri. L’esca è una ragazza avvenente che contatta il malcapitato, dicendo di essere interessata a un’amicizia. Dalla mail si passa a Skype. La conversazione si scalda’ e la ragazza inizia a mostrare il proprio corpo, invitando il malcapitato a fare altrettanto. Mentre la vittima ha ormai compiuto gli inequivocabili gesti di chi si è lasciato andare, la conversazione si interrompe e arriva il messaggio con il ricatto: Ho registrato tutto il video. Se non vuoi che lo faccia circolare mi devi inviare 500 euro’».

Chi sono gli autori? «Dall’altra parte dello schermo si vede una donna di bell’aspetto, vestita in modo provocante, di età compresa tra i 20 e i 35 anni, che parla francese: ma ci si deve chiedere se sia davvero lei a digitare i messaggi».

Come si consuma il ricatto? «Alla vittima viene chiesto del denaro per non pubblicare il video su Youtube e in altri casi su Facebook. Perché maliziosamente, l’autore del ricatto, prima di passare su Skype chiede al malcapitato l’amicizia su Facebook, per accedere ai suoi contatti. A fronte della cancellazione (che non si ha garanzia avvenga) del video, viene richiesto di versare una somma di denaro - da poche centinaia sino a diverse migliaia di euro, l’ultima denuncia parla di 16mila euro estorti - attraverso i circuiti di Money Transfer come le Western Union».

Da dove nascono, in realtà, le estorsioni? «I dati sino ad ora raccolti fanno individuare nella Costa D’Avorio lo stato in cui più spesso vengono indirizzati i pagamenti. Pagare non garantisce che le richieste di denaro termineranno, anzi, paradossalmente si ingenerano ulteriori richieste».

Ma poi dalle minacce si passa all’azione? «Nel 70 per cento dei casi, purtroppo, sì. I dati raccolti dalla Polizia delle Comunicazioni in Emilia Romagna evidenziano come l’andameno delle sex-torsion negli ultimi due anni sia diventato esponenziale».

 

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