Fano, 12 febbraio 2012 - Non si puo’ dire cosa sia una tormenta di neve senza aver vissuto questa. La nevicata di ieri (qualcosa che va dal mezzo metro della costa al metro della montagna), sommata a quella del 1° febbraio e a tutte le altre intermedie fanno numeri spaventosi. In appena 11 giorni di febbraio sulla provincia di Pesaro e Urbino è caduta una quantità di neve che polverizza ogni record precedente.

Da qui in avanti il nevone da prendere a riferimento — il paradigma dell’inverno più duro — sarà questo, con tutto il corollario di venti poderosi (bora scura, burian, blizzard), temperature polari, mostruosi cumuli di neve, la natura cristallizzata in mille forme. E purtroppo danni, tanti: frazioni isolate, stalle, palazzetti, edifici vari crollati, animali morti (domestici e selvatici), linee elettriche tranciate, migliaia di alberi schiantati sotto il peso della neve.

Non c’è dubbio che si tratti del record di sempre. Dal 1° febbraio a ieri nell’entroterra sono caduti più di tre metri di neve; e al suolo ce ne sono due metri abbondanti. Mentre lungo la costa e prime colline va solo un po’ meglio: lì si arriva fino al metro. Fatta una botta di conti, sono fermi al suolo 300 milioni di metri cubi d’acqua. La speranza è che la neve si sciolga lentamente, altrimenti saranno piene rovinose.

«Un dato ufficiale? Dovremmo darlo ma per ora non c’è — dice Piero Paolucci dell’Osservatorio Serpieri di Urbino — si fa persino fatica a trovare un punto dove misurare la neve, tanto è abbondante». Quel che è certo, la neve caduta a Urbino ha superato i tre metri, sommando le nevicate di questi giorni secondo i calcoli di Paolucci. Ebbene, è già stato superato di mezzo metro il record assoluto: i 256 centimetri di neve caduti nel 2005 (nell’anno intero); a scendere troviamo i 248 cm del 2010, i 235 del 1956 e un dato ancora inferiore del 1929. E’ sovraccarico anche il sito dell’Osservatorio: con 20.000 contatti al giorno capita che il server vada al collasso. Ma Urbino, dove il «manuale» continua a convivere col digitale, continuerà ad avere statistiche aggiornate.

Altrove la natura si è fatta beffe delle più sofisticate apparecchiature di rilevamento automatico dei dati: pluviometri ghiacciati, dati sballati, neve debordante. Per restare in tema di «colmi», è una neve eccessiva anche per gli impianti sciistici. Che hanno le piste sommerse al pari delle vie di accesso. Previsioni per i prossimi giorni? Oggi ancora neve, domattina ultima spruzzata poi pausa. Il bollettino del Centro regionale Multirischi, diramato ieri alle 12, prevede dai 30 (costa) ai 70 centimetri (entroterra) aggiuntivi. Togliete quella già caduta: ne rimane ancora un po’. Comunque vada, ne usciremo sommersi.