Fano (Pesaro e Urbino), 6 maggio 2012 - "Schizofrenia culturale" e "operazioni di propaganda". Sulla battaglia per il ritorno del Lisippo Paolo Clini abbandona la diplomazia e sceglie l'arma dell'attacco. Il presidente dimissionario del Centro studi Vitruviano parla di una città che ha perso di credibilità. "Com'è possibile non avere 8mila euro - si chiede - per sostenere un centro studi di livello internazionale come il nostro e pensare di essere in grado di affrontare le spese enormi previste per il ritorno della statua e la sistemazione di una sala adeguata dove esporla?".

"Il sindaco - spiega Clini - ha commentato l'ultima sentenza del Tribunale di Pesaro nella quale si rigettava l'opposizione del Getty Museum di Malibù dove è custodito l'atleta di Lisippo, dicendo che farà di tutto per riavere l'opera. Forse l'amministrazione non si rende conto dell'enorme responsabilità che comporta una dichiarazione del genere. Per ottenere un'opera dall'alto valore come il Lisippo è necessario prevedere un progetto culturale e di comunicazione, non basta dimostrare che la statua è stata pescata a Fano. Pensano di trattare il Lisippo come un 'fenomeno da baraccone' magari esponendolo sulle bighe della Fano dei Cesari?".

Clini precisa che il 'suo' Centro studi Vitruviani "aveva previsto un museo della classicità ideale per la collocazione del Lisippo" e precisa come, quella sala Morganti, citata dall'assessore alla cultura Franco Mancinelli, non sia in maniera assoluta, il luogo adatto per esporre l'opera: "A Fano non c'è alcun spazio adeguato. Per il corretto mantenimento del bronzo servono particolari condizioni climatiche, ambientali e di sicurezza. Per ottenere tali requisiti si dovrebbe realizzare un nuovo locale. Questo significherebbe quindi una spesa enorme".

Ma il professore non si ferma qui. "Mi chiedo cosa voglia fare la città. Fano ha dimostrato di non credere nella cultura come elemento di traino per il turismo. E' necessario cambiare registro altrimenti la battaglia per il Lisippo rimarrà una mera operazione di propaganda".

"Sia chiaro - puntualizza - non sono contrario alla restituzione dell'opera. Credo sia un'occasione straordinaria per tutta la cittadinanza ma Fano non ha le risorse per ottenerlo e non ha nemmeno le persone in grado di realizzare un progetto culturale di spessore".

La dimostrazione, a detta di Clini, è anche nello stato di stallo in cui versa il teatro romano di via De Amicis: "Un anno fa ci sono state delle polemiche sul futuro di questo ritrovamento. Anche in questo caso l'amministrazione ha fatto operazione di propaganda: non ci sono risorse economiche e nemmeno delle idee. Resterà tutto all'abbandono".

Clini spiega poi la situazione del Centro Studi Vitruviani, a rischio chiusura per mancanza di fondi: "C'è un silenzio totale. Ho scritto ai soci delineando la situazione e sollecitando una risposta. Per ora non ho coinvolto il comitato scientifico, non spetta a tale organo risolvere la situazione, ma se non dovessimo trovare una soluzione sarò costretto a coinvolgere la stampa nazionale e parlare di questa situazione scandalosa".

di Alessandra Gasparini