Monte Urano (Fermo), 5 aprile 2012 – «SONO sotto choc, vi prego, non ho dormito per tutta la notte, ho la testa che mi fa male, lasciatemi in pace, voglio solo dimenticare, dimenticare tutto». Il volto di Francesco Cifola è appena uno spicchio stretto tra le ante del portoncino di casa. Via don Minzoni, civico 21, due piani affacciati su un vicolo che scivola giù sui sampietrini dalla piazza di Monte Urano, provincia di Fermo, a pochi passi dalla gioielleria di famiglia; sbarrata, con l’ordine di sequestro della Procura appiccicato sulla serranda abbassata.

Cifola è una maschera di dolore, gli occhi gonfi, un cerotto sulla tempia, il collare, una vistosa fasciatura sul braccio destro. Una notte insonne e il peso di una vita sulla coscienza: Rosa Donzelli, 36 anni, originaria del Napoletano, ma residente da anni sulla costa fermana, centrata da uno dei colpi esplosi dalla sua pistola per una rapina finita nel sangue, mercoledì mattina, una manciata di minuti prima delle 10. «Mi dispiace, avrò sempre il rimorso di aver ucciso, porterò per sempre questo peso sulla coscienza», ha ripetuto ieri il gioielliere, indagato dalla Procura per omicidio colposo con la fattispecie dell’eccesso di legittima difesa, un atto dovuto.
 

«QUANDO i rapinatori sono andati verso mio padre e gli hanno puntato la pistola contro, non ho capito più niente. Volevo solo difenderlo». «Non so se riuscirò mai più a tornare in quella gioielleria», ha confidato ad un amico. Da mercoledì sera, quando lo hanno dimesso dall’ospedale di Fermo, se ne sta trincerato in casa insieme alla madre Marcella. «Francesco sta meglio, ma adesso lasciateci in pace. Non so niente», concede appena la donna prima di chiudersi dietro le ante della finestra al secondo piano. In paese, davanti alla gioielleria dove ieri mattina sono tornati i carabinieri per ulteriori rilievi, solo papà Duilio, 77 anni, scorza dura di contadino. «Francesco è sotto choc. Non ha dormito per tutta la notte — ammette — ha le immagini della rapina che gli passano ancora davanti agli occhi. Mi ripeteva: babbo, è come se avessi vissuto un film, un incubo».

«E’ STATA una grande tragedia — china il capo Duilio mentre cammina svelto verso casa — Certo, Francesco vive nel rimorso, nel dispiacere per quella ragazza che purtroppo è morta, ma in quei momenti che cosa avrebbe dovuto fare? Ditemelo voi». Qualche parola appena per sé: «Ho avuto paura, dicevano che ci avrebbero ammazzato, ma oggi sto meglio. Però adesso basta, per favore». Poi Duilio scompare in casa. Ieri pomeriggio è stato sentito dai carabinieri, che danno la caccia in tutto il Fermano, fino in Abruzzo, ai due rapinatori, inseguiti dall’accusa di rapina aggravata e tentato omicidio. Su una strada tra Monte Urano e Porto Sant’Elpidio i carabinieri hanno rinvenuto una pistola scacciani. Potrebbe essere quella usata dai rapinatori per colpire l’orefice. Oggi sarà eseguita l’autopsia sul corpo della vittima. La sua famiglia si costituirà parte civile.  

di Alessandro Caporaletti

VIDEO: La gioielleria Cifola
 

FOTO: la scena della sparatoria

FOTO: la rapinatrice

IL FATTO: colpo in gioielleria finisce in tragedia

LA VERSIONE DEL GIOIELLIERE: "Volevo difendere mio padre"

LA VITTIMA: Rosa, cuoca rovinata da vecchi amori e brutte amicizie

IL COMMENTO: Costretti alla guerra di Beppe Boni

LE REAZIONI: "Speriamo che non debba pagare Cifola"

IL SONDAGGIO: ha fatto bene il gioielliere a sparare?