Modena, 20 febbraio 2011 - Ancora scritte farneticanti sui muri, ancora contro la Misericordia che gestisce il Cie (centro identificazione ed espulsione) e il suo presidente, Daniele Giovanardi. Dopo l’arrivo di 50 clandestini nel centro modenese, a seguito degli sbarchi a Lampedusa, si è riaccesa la polemica sulla struttura dalla quale sono stati ‘liberati’ molti reclusi per far posto ai nuovi arrivati.

E ieri in piazza Grande, sul pannello del restauro del Duomo, sono comparse nuove scritte di matrice anarchica, come in alcune vie del centro: «Giovanardi duce», «Misericordia come le Ss», «Giovanardi assassino». Una scritta è comparsa anche sul muro della redazione del nostro giornale. «Siamo alle solite — commenta Giovanardi, da anni nel mirino — Quello che sto subendo è stalking. Minacce pesanti che continuano da troppo tempo senza che nessuno venga punito. Perché questi individui non vengono fermati e condannati? Si tratta di gente che non ha la minima idea di quello che fa la Misericordia al Cie, e non solo. Aiutiamo anche i senzatetto, li ospitiamo nelle nostre strutture. Quante persone hanno aiutato questi personaggi che mi danno dell’assassino?».

L’incolumità di Giovanardi è sotto il controllo della questura, ma l’auspicio è che il clima di violenza si fermi. «Esprimo condanna e solidarietà incondizionata a Giovanardi — dice Enrico Aimi, consigliere regionale del Pdl — Dispiace dover sentire le dichiarazioni di attacco al governo rilasciate dal sindaco Pighi sull’invasione di extracomunitari cui è sottoposto il nostro Paese». Gli dà man forte Dante Mazzi, capogruppo Pdl in Provincia: «La priorità di Pighi è fare rimanere i clandestini. La nostra di mandarli a casa».