Modena, 10 giugno 2012 - FOSSOLI è il luogo che testimonia la collaborazione tra italiani e tedeschi nel perseguitare gli ebrei. «Attenzione, non un luogo ma 'IL' luogo. Una collaborazione piena. Quel campo certifica il punto di connessione. Va salvato, bisogna che si parli dei crolli che ci sono stati».

Pochi minuti al telefono con il professore Fabio Levi, direttore del 'Centro internazionale di studi Primo Levi' di Torino, danno il senso che una 'battaglia' per salvare l'ex campo di concentramento dopo i danni lasciati dal terremoto è più che legittima. Va fatta. Un senso che è ancora più forte davanti alle parole che arrivano dal Quirinale. Quelle di Arrigo Levi, consulente personale del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: «Crolli all'ex campo di Fossoli? È una cosa inimmaginabile. Non lo pensavo davvero. Provo un disagio profondo - commenta Arrigo Levi, che è stato stretto collaboratore anche di Ciampi - . È una notizia che mi ha molto colpito. Questo terremoto ha prodotto danni talmente gravi che sono difficili da trasmettere nella loro dimensione reale».

In mezzo a tante macerie lasciate dalle numerose scosse ci sono appunto quelle della storia, più fragili di altre ed esposte al rischio di passare quasi inosservate. Come abbiamo testimoniato nei giorni scorsi, il sisma ha colpito anche lì. In quel punto immerso nella campagna, a sei chilometri da Carpi, dove dal gennaio 1944 le SS diedero il via al processo di deportazione. Lì dove 'passò' lo scrittore e scienziato Primo Levi. Proprio la sua baracca è stata una delle meno danneggiate dal terremoto che ha invece colpito, provocando lesioni e cedimenti, tutte le altre strutture di questo grande patrimonio storico. Il campo resterà chiuso fino alla fine di agosto.

In questo periodo estivo si cercherà di intervenire sulle ferite aperte, che sono davvero tante. La stessa fondazione ha lasciato un comunicato/appello sul suo sito internet (www.fondazionefossoli.org). «Le priorità sono chiare e ben evidenti, soprattutto a chi in queste zone abita: la possibilità per le persone di riprendere al meglio il corso normale della vita. Il prima possibile. Ma fin da ora dobbiamo domandarci cosa può significare la perdita del proprio patrimonio storico e culturale e preoccuparci perché non si faccia silenzio intorno ai crolli di monumenti e siti storici, che ci appartengono, come il campo di Fossoli».

Sul portale si possono vedere le immagini di alcuni dei danni procurati dal sisma alle baracche dove nel corso del secondo conflitto mondiale furono rinchiusi prigionieri politici e razziali destinati ai lager del nord Europa. Un appello che è anche un messaggio: serve un passaparola su quello che è successo a Fossoli. La battaglia per salvare la storia deve iniziare al più presto.

di Francesco Vecchi