Papa a Carpi e Mirandola, il 70% delle chiese è inagibile. Mille sono ancora fuori casa

Ricostruzione post-terremoto a rilento, in attesa del pontefice

Papa a Carpi e Mirandola, il 70% delle chiese è inagibile. Mille sono ancora fuori casa

Papa a Carpi e Mirandola, il 70% delle chiese è inagibile. Mille sono ancora fuori casa

Carpi (Modena), 31 marzo 2017 - Sono loro, i parroci dei centri del cratere, i primi a sperare che la visita del Santo Padre, al di là del suo significato pastorale, possa riaccendere i riflettori nazionali sulle terre ferite dal sisma di maggio 2012. Nel percorso da Carpi a Mirandola sulla Papamobile, passando per le campagne e attraversando centri e frazioni, il Papa avrà modo di vedere di persona i danni del sisma. A quasi cinque anni dal terremoto, con il suo carico di vittime (28) e di distruzione, la ricostruzione delle chiese viaggia a rilento. Il 70% degli edifici di culto, compresi oratori e canoniche, è ancora inagibile. Nei centri del cratere della Bassa modenese sono state riaperte al culto solo tre chiese, tra cui il Duomo di Carpi. Sulle 296 chiese terremotate del cratere emiliano, con le quattro province colpite, solo 118 sono quelle riaperte al culto. Dopo il sisma, i sacerdoti registrano anche «un calo di fedeli: la gente non ama le nuove strutture post sisma adibite a chiesa, definite fredde, e preferisce pregare nella propria stanza, senza contare quanti hanno perso la fede».

Un quadro a tinte grigie, nel quale inserire i centri storici con i loro municipi ancora chiusi e transennati, i palazzi disabitati, le opere pubbliche ancora al palo, «anche se i progetti sono già sulla carta, e i finanziamenti già erogati» sottolineano i sindaci. La lettura del post terremoto viaggia su binari differenti. Regione e Comuni rilasciano dati e commenti positivi, imprenditori, cittadini e Comitati al contrario negativi. «Troppa burocrazia, pratiche e fatture ferme in Regione e Comuni, e tanti imprenditori a rischio fallimento». La denuncia di Rete Imprese Italia, Cgil e Ance Modena, il settore edile di Confindustria, è di pochi giorni fa. La Regione, per voce dell’assessore Palma Costi, ha risposto per le rime: «Nessuna pratica è ferma, i tempi per la liquidazione sono già stati ridotti». A poche settimane dal quinto anniversario, che sarà scandito dalla visita del presidente Sergio Mattarella, sono ancora una dozzina le famiglie nei moduli abitativi provvisori (Map), mentre un migliaio di sfollati sono ancora fuori casa e usufruiscono del contributo di autonoma sistemazione (Cas).

Per la Regione, tuttavia, la ricostruzione di abitazioni (Mude) e imprese (Sfinge) procede «e sono già stati concessi contributi per oltre 3,7 miliardi, di cui 2,1 miliardi già liquidati: 20 mila le case ripristinate e 7 mila i negozi». Per la ricostruzione pubblica, rocche, castelli, municipi, monumenti e beni storici architettonici sono già stati approvati progetti per quasi mezzo miliardo di euro: il 55% dei progetti presentati sono cantieri già avviati o di prossimo inizio.  Per le attività produttive, sono 3.539 le domande attive di contributo per un totale di 1 miliardo e 654 milioni di contributi, di cui 713 già liquidati. L’auspicio, proclamato più volte dai sindaci, è che questa striscia d’Emilia possa diventare «più bella, più sicura ed economicamente più competitiva di prima».